martedì, Marzo 19, 2024
Il Parco Paranoico

Elefanti effervescenti (una rilettura assente di Roger Keith “Syd” Barrett)

Gli artigli circondano il pagliaccio, scriveva Syd in uno dei versi di “Terrapin”, brano del suo primo album solista dalla genesi assai lunga e difficoltosa, “The Madcap Laughs”.
Le persone che ci fanno divertire; che ci distraggono dalla nostra decadente e ripetitiva quotidianità; che possiamo prendere facilmente in giro, scambiando – più o meno consapevolmente – la loro fragile sensibilità per debolezza, rifiutandoci di voler riconoscere l’umanità nascosta dietro quella che riteniamo essere semplicemente la loro carica burlesca, le consideriamo, in maniera sprezzante, degli sprovveduti e stupidi pagliacci. Ed è altrettanto evidente che in un contesto così competitivo, frenetico, volto totalmente alla creazione ed al consumo di idoli e di mode, come quello attuale, chiunque non riesca a conformarsi ed omologarsi adeguatamente, venga ritenuto strano, bizzarro e diverso; un pagliaccio insomma, nella cui carne è lecito e naturale infliggere i nostri gelidi artigli. Partecipiamo ed assistiamo ad una farsa al contrario nella quale coloro che indossano una o più maschere deridono coloro che non ne posseggono neppure una. Le canzoni di Barrett, nonostante l’apparente leggerezza ed una sorta di romantica ilarità, sono completamente aliene al mondo circostante; evadono da qualsiasi dimensione spaziale e temporale; si distaccano dalla realtà precostituita e rifiutano tutto ciò che appare convenzionale ed obbligato. Ma la consapevolezza di non poter comunicare con questo mondo e le persone che ci abitano, si trasforma nella velata malinconia e nella tristezza amara dei giullari e dei cantastorie, cadendo, come un sudario pesante, su qualsiasi sentimento, anche sull’amore: “è inutile nascondere il tuo amore dove non vedo, perché capisco che sei diversa da me” (“No Good Trying”). Parole che si congiungono, idealmente, ai versi di “Dark Globe”: “non ti mancherò? non ti mancherò neanche un poco?”
Domande che chissà quante volte ci siamo posti nel nostro ottuso silenzio, nascondendoci dietro il dito storto del nostro stesso orgoglio. Domande rivolte ad una ragazza, ma anche ai propri amici che, adesso, hanno deciso di mettersi in proprio ed andare avanti per la loro strada, tant’è vero che in “Here I Go”, quella stessa ragazza – voce interiore – musa ispiratrice – demone personale – non esita a dare il suo giudizio sbrigativo e sprezzante: “un grande gruppo è molto meglio di te”. Fine della discussione.
Come sempre Syd, come aveva già fatto nel Piper pinkfloydiano, riesce a donare alle sue canzoni un triplice soffio di vita: le sue vicende personali, il nostro rapporto con la società moderna ed un mondo surreale e fantastico, nel quale le aspettative esterne, le proprie ansie, le forzature imposte dall’alto, le pressanti richieste dei padroni, il bisogno d’essere amati ed accettati, la paura della solitudine e dell’abbandono, danno vita a creature sublimi, ma anche a terribili mostri. Gli scenari barrettiani sono abitati da draghi alati ed enormi piovre, da animali parlanti ed uomini buffi; ci sono boschi quieti, ma anche mari tempestosi che il vento si diverte ad agitare.
L’aspetto più doloroso della sua poetica è quello dell’assenza; l’assenza è una creatura abominevole che si impadronisce dei nostri pensieri più intimi, dei nostri sentimenti più fragili e li consuma. Ci svuota della nostra stessa umanità, ci costringe a compiere azioni terribili, è una catena da cui non riusciamo più a liberarci: “quando oggi mi sono svegliato e tu non c’eri a giocare, ho desiderato essere con te” (“Late Night”).

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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