giovedì, Novembre 14, 2024
Il Parco Paranoico

Clouds In The Sky They Will Always Be There For Me, Porridge Radio

Vivo in un paese adagiato ai piedi di dolci colline, sferzato, in continuazione, da un vento che è, a volte, impetuoso e prepotente, a volte leggero e piacevole, ma che costringe, sempre e comunque, le nuvole a restare, perennemente, sospese ed imprigionate sulle sommità di queste stesse colline. Nuvole che sembrano essere lì per ciascuno di noi, come se fossero la testimonianza, concreta e consistente, dei tumulti romantici del nostro passato: li tratteniamo dentro di noi, li conserviamo con insistenza, li sfamiamo del nostro presente, li proiettiamo nei nostri impossibili futuri, ci appigliamo ad essi per galleggiare e non sprofondare nell’indifferenza più totale e disarmante, ma, allo stesso tempo, li detestiamo con tutto il cuore, vorremmo liberarcene e vedere cosa c’è dietro quegli orizzonti invisibili che continuiamo solamente ad immaginare e raffigurare nei nostri sogni silenziosi.

Nuvole che catturano pensieri ed aspirazioni, come se fossero le tele dell’anima, mentre il coraggio e la speranza, la disperazione e lo sconforto, il destino ribelle e le nostre scelte consapevoli si disperdono in queste undici canzoni, avvolgendole di cruda e pressante malinconia, di vibrazioni indomite di indole punkeggiante e di morbide e confortevoli trame elettroniche.

Miscuglio eterogeneo di sensibilità differenti che hanno tutte lo scopo di spezzare le innumerevoli, complici, ossessive e statiche routine che ci confondono, ci avvelenano e ci fanno credere di essere impegnati, realizzati, soddisfatti, amati, considerati e, soprattutto, vivi. Ma senza il rischio, senza i sacrifici, senza il peso bruciante delle ferite aperte, nessuna esistenza può ritenersi degna di questo nome, nessuna.

E così con la campagna del Somerset che si fa sempre più piccola e distante, il disco prende il volo, tra batterie palpitanti e chitarre pungenti, oltrepassando il soffice muro delle facili comodità materiali e conducendoci nel territorio aspro della verità, dove errori, dimenticanze, torti, pegni e promesse non mantenute diventano i versi di una poesie urlante, quella che Dana Margolin intona nei passaggi più sentiti, ispirati e blueseggianti dell’album, quelli nei quali una cocente e cosciente ironia tenta di risucchiare ogni delusione passata, ogni tradimento, ogni perdita improvvisa, ogni violenza, ogni macchia di amarezza abbruttisca il candido e prezioso pallore della nostra anima inquieta. E così, quando ci sentiamo davvero a pezzi, quando gli strappi appaiono impossibili da ricucire, quando le nostre certezze si sono del tutto frantumate, quando la realtà pulsa dentro e fuori di noi, alzando gli occhi alle medesime familiari colline, ne riusciamo, finalmente, a vedere la sommità ed, oltre essa, altre città, altre persone, altre storie, altri incontri, altri abbracci, altri addii, altri momenti, altre voci che chiedono di essere conosciute e ascoltate. Perché, allora, non farlo?

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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