Uno split entusiasmante ed intrigante, in bilico tra doom e sperimentazioni di matrice psichedelica, stoner e space-rock, che vede due band – L’Ira Del Baccano e Yama – dare dimostrazione sonora della propria creatività e del proprio appassionante dinamismo.
Il brano della band italiana è un viaggio onirico, meditativo e dolente di quasi venti minuti, che conduce gli ascoltatori in una dimensione mentale e spirituale innovativa, catartica, appagante e in inarrestabile espansione, che, tra gli echi e le distorsioni di una eroica, suggestiva e vibrante jam session, ripulisce e rimodella le nostre coscienze sporche ed assopite, svincolandole da tutte le ansie, le angosce e le assurde fobie che accumuliamo quotidianamente. Il punto è che le risposte che stiamo cercando risiedono già in noi stessi, nelle nostre anime aggrinzite; non c’è mai stato bisogno di affidarsi a irrazionali e assiomatiche divinità o, peggio ancora, a quegli uomini forti, che, spesso, mostrano di non avere né umanità, né scrupoli.
La band olandese, invece, riporta il nostro sguardo dalla dimensione spaziale, eterna, cosmica, lisergica e progressive-metal di “Tempus 25 (Sempiternal Rapture)”, ad una dimensione decisamente più materiale, consistente e corporea, a stretto contatto con la nostra tossica, ostica e contraddittoria realtà, mentre le trame di indole stoner e psych-rock ci aiutano a ricaricare le forze, rimescolando, in maniera incalzante e poderosa, le nostre vere necessità e i nostri sogni sfuggenti, i preziosi ricordi del passato e quelle che, invece, sono visioni misteriose ed enigmatiche, squarci di un futuro che, ovviamente, entrambe le band immaginano elettrizzante, sconcertante, provocatorio e, soprattutto, non più sottomesso a quelli che sono i dettami di despoti, di folli, di assassini e di tiranni.
Alla fine, i contributi delle due band convergono, dunque, attraverso strade sonore diverse, alla medesima considerazione: siamo liberi, siamo gli unici responsabili del nostro destino e, di conseguenza, dobbiamo ribellarci e prendere le distanze da tutti quegli aridi meccanismi religiosi, politici, bellicosi, digitali ed economici che tentano, in tutti i modi possibili, leciti ed illeciti, di obbligarci a seguire un percorso predefinito, limitato e concepito per ostacolare e annichilire quelle che potrebbero essere le nostre idee, le nostre considerazioni, i nostri sentimenti, le nostre scelte e le nostre azioni.
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