I Why Bother?, forti della loro veemente energia punk-rock, si ritrovano tra le mani un vaso di Pandora perfettamente vuoto, poiché, a differenza di quello che ci hanno sempre detto e spiegato, tentando di convincerci dell’esatto contrario, i Mali del mondo non sono mai stati rinchiusi in quello scrigno leggendario, ma sono sempre stati a disposizione dei nostri governi e dei nostri leader politici, dei nostri intellettuali e dei nostri scienziati, dei nostri imprenditori e dei nostri industriali, dei nostri preti, dei nostri rabbini, dei nostri mullah e di tutti quelli che, con scaltra arroganza, hanno indottrinato le greggi impaurite, rassegnate e sottomesse, convincendole di parlare nel nome del bene comune e di Dio.
In realtà, sono millenni che, sistematicamente, ci avvelenano e tentando di indebolirci – sia nella mente, che nel corpo. Ed oggi, potendo contare sul progresso scientifico, medico e tecnologico, lo stanno facendo controllando, alterando e manipolando tutto quello che mangiamo, rendendoci assolutamente dipendenti dai loro cibi industriali ultra-processati e, contemporaneamente, mediante l’utilizzo di media, sempre più sofisticati, grazie al potere sovrumano delle intelligenze artificiali, inculcando le loro menzogne nelle nostre teste, spingendoci a superare la pericolosa e distruttiva soglia dell’indifferenza.
I cinque brani di questo EP, con le loro sonorità convulsive, spigolose e taglienti, con i loro passaggi più rumoristici e dissonanti, tentano di richiamare la nostra attenzione su quello che abbiamo veramente attorno. Siamo, infatti, stati rinchiusi in un arido, superficiale, scialbo e piatto deserto di strafottenza, in cui preferiamo ascoltare le loro comode, rassicuranti e confortevoli bugie, piuttosto che sollevare domande, critiche, osservazioni, dubbi o perplessità. Queste bolle di ignoranza e di indottrinamento sono diventate preferibili a qualsiasi verità, a qualsiasi fatto reale, a qualsiasi spiegazione imparziale, per cui ci affidiamo completamente – nell’anima e nelle membra, nella ragione e nel cuore – a questi nostri padroni-aguzzini, proprio come se fossimo delle cavie da laboratorio, assuefatte e drogate, che attendono, in maniera placida e surreale, di ricevere quella che sarà l’ennesima dose di veleno, incuranti del fatto che essa potrebbe essere l’ultima, quella che li spingerà al salto finale nel baratro oscuro della morte.
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