“I potenti in Gran Bretagna hanno favorito massacri e carestie. E’ qui che dovremmo concentrare la vera rabbia e la vera indignazione”.
Sono queste le sacrosante parole con cui i Kneecap replicano alla campagna mediatica che li vede coinvolti, accusati di istigare odio e violenza, soprattutto a causa delle loro posizioni su ciò che accade, quotidianamente, a Gaza. Oggi, da più parti, si invocano processi, si chiedono chiarimenti, si esortano indagini, si minacciano divieti, si utilizzano frasi e parole della band, per lo più prive del proprio contesto originario, per dare inizio a quello che è un vero e proprio procedimento sommario, come se il vero problema fossero i Kneecap e non il silenzio dei governi occidentali (Stati Uniti d’America e Gran Bretagna in primis) e la violenza assurda del governo e dell’esercito israeliano nei confronti della popolazione civile palestinese.
Perché, è evidente che è in atto un genocidio, una pulizia etnica finalizzata a cancellare la presenza palestinese da Gaza, così che i coloni israeliani possano occupare anche quel lembo di territorio. I Palestinesi vengono, esplicitamente, invitati ad abbandonare i luoghi nei quali vivono da sempre; vengono, quotidianamente, bombardati ed ammazzati nelle loro abitazioni; vengono affamati, vengono privati di qualsiasi forma di assistenza sanitaria, costretti a sopravvivere in condizioni disumane, privi di qualsiasi diritto civile, nel silenzio complice, colpevole ed assordante del ricco, prospero, potente, armato e influente Occidente – Italia compresa – e la questione sono le frasi del trio musicale nord-irlandese.
Le loro parole – “Israele sta commettendo un genocidio contro il popolo palestinese” – sono, quindi, più gravi delle bombe, dei missili, degli attacchi di uno spietato e feroce esercito moderno contro una popolazione indifesa? Se è questa la vostra posizione, ebbene noi non possiamo fare altro che unirci ai Kneecap, ai Massive Attack, a Roger Waters, a Brian Eno o ai Fontaines D.C. e urlare, con forza, determinazione e convinzione, la medesima frase per cui vengono accusati i tre rapper: “Fanculo Israele, liberate la Palestina”.
Perché, come è stato scritto, nessuna parola può essere più grave o più dannosa di un genocidio. E dichiarare che Benjamin Netanyahu, il suo governo e il suo esercito stanno compiendo un genocidio non significa, assolutamente, sostenere Hamas o Hezbollah, dimenticare le vittime e gli ostaggi del 7 Ottobre 2024, né incitare la violenza, significa, semplicemente, difendere i diritti dei più deboli, ricordare i 20000 bambini palestinesi ammazzati e, spesso, giustiziati con colpi di cecchino alla testa.
Questa è la vera indignazione, questo dovrebbe farci incazzare, questo dovrebbe farci reagire e questo dovrebbe farci vergognare dei nostri governi e dei nostri politici. Perché, come hanno, giustamente, scritto i Massive Attack nel loro comunicato, i Kneecap non sono la storia, Gaza è la storia, il genocidio palestinese perpetrato dall’esercito israeliano è la storia, così come il sostegno dei governi britannico, americano e italiano sono la storia, l’occupazione illegale è la storia, l’apartheid è la storia, le armi sofisticate usate contro civili inermi sono la storia, gli operatori umanitari volontari uccisi sono la storia, affamare una popolazione civile è la storia, impedire gli aiuti umanitari è la storia, distruggere e bombardare scuole e ospedali è la storia, astenersi o, addirittura, votare a favore delle azioni compiute da Israele è la storia, essere trattati come subumani è la storia, restare impuniti è la storia, continuare a fare affari sporchi e vendere armi ad Israele è la storia, restare in silenzio è la storia.
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