sabato, Maggio 17, 2025
Il Parco Paranoico

An Exercise In Willpower EP, Milena Medu

Nell’ultimo lavoro di Milena Medu, articolato in quattro tracce che sembrano, quasi, costituire i capitoli di un poema sonoro, l’elettronica si fa più meditativa, più lisergica e più crepuscolare. Abbandona i clangori più rumoristici di certa sperimentazione più avanguardista e si apre, invece, ad un’intimità sonora più calda, acustica ed avvolgente, senza, però, rinunciare a quella febbrile urgenza di ricerca che, da sempre, caratterizza il percorso della musicista. È un’elettronica che si nutre di ciò che è ignoto e misterioso, che si addentra tanto negli abissi del mondo esterno, quanto nei recessi torbidi dell’interiorità umana — laddove dimorano i nostri impulsi più contraddittori, le paure che ci tormentano, le nostalgie che ci lacerano e le voci sinistre che, a volte, ci spingono ad oltrepassare i confini del lecito, salvo poi lasciare in noi il peso amaro e corrosivo del rimorso.

Eppure, Milena sembra suggerirci che le scelte mancate, le promesse non mantenute, i pentimenti che gravano sui sentimenti umani sarebbero un destino certamente peggiore dell’errore stesso. Perché, se è vero che il tempo addolcisce le colpe e le cicatrici, è altrettanto vero che solamente affrontando le nostre crepe possiamo, realmente, riconoscere il valore delle cose che ci tengono in vita. È proprio in questo lento e delicato confronto che il suono degli archi e del piano, avvolti da trame elettroniche rarefatte, minimali, sfumate e vagamente trip-hop, evade dalla geometria ordinaria della forma-canzone e si inoltra nei territori più sconosciuti della sperimentazione sonora, abbracciando idiomi ancestrali e formule primordiali che sembrano risalire da un passato remoto, ma ancora intatto nel nostro spirito più indomito e selvaggio.

In queste poesie sintetiche, che profumano di malinconia e di primavera, la voce dell’artista e quella della donna convergono in una prospettiva quasi romantica — nel senso più autentico del termine — fatta di ricordi, di oggetti apparentemente insignificanti che, invece, come amuleti, conservano in sé un potere taumaturgico, essendo in grado di evocare eventi, presenze, volti e voci che nemmeno il Tempo, pur nella sua inflessibile crudeltà, riesce a sradicare. È un viaggio nella memoria, nel dolore addolcito dal sole tiepido di Maggio, nella bellezza semplice di quel Creato che sembra porgerci la mano o di una stella, remota ed irraggiungibile, che ci osserva silenziosa, complice ed antica.

Nessun uomo sceglie il male perché è il male; lo scambia soltanto per la felicità, il bene che cerca”, sosteneva Mary Shelley. Ed è forse questo il significato più profondo dell’EP di Milena Medu: la continua tensione fra il desiderio di felicità e la tentazione dell’oscurità, fra la redenzione che la stessa natura ci offre e le ombre che, da sempre, ci abitano. Una lotta poetica, intima, che questo album traduce in forma sonora con una grazia rara, testimoniando — una volta ancora — quanto la musica, quando è sincera, possa diventare parola di vita e di morte, di luce e buio, di giorni che scorrono via e di vite che vanno, ostinatamente e coraggiosamente, vissute.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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