sabato, Giugno 14, 2025
Il Parco Paranoico

La Maccaia, Gaia Banfi

Mik Brigante Sanseverino Maggio 5, 2025 Dischi Nessun commento su La Maccaia, Gaia Banfi

Un’elettronica che parla al mare, che sussurra alle onde, che si lascia attraversare dal respiro liquido e millenario del mondo, e che, come una corrente sommersa, ci riporta alle origini stesse della vita, in quegli abissi dove tutto ha avuto inizio, in quell’abbraccio primordiale tra l’acqua e il cielo. Le trame sensuali, melodiche e minimali dei brani si muovono, appunto, come riflessi sull’acqua, tentativi delicati di ritrovare quel tempo bello, mitico ed eroico, che da qualche parte, in qualche angolo riposto della nostra memoria emotiva, deve ancora esistere.

Gaia Banfi costruisce il suo universo sonoro come si fa con le conchiglie trovate sulla battigia: raccogliendo particolari minimi, frammenti di voci dimenticate, malinconie antiche e paesaggi atmosferici intrisi di stupefacente nostalgia. Ogni suono è una carezza o un graffio, ogni nota un ricordo che riaffiora, mentre la nebbia si posa lenta e sottile sull’orizzonte marino, stratificandosi come memoria liquida. È la “maccaia” tipica del golfo di Genova, dove l’elemento acquatico e quello aereo si abbracciano, si confondono, generando un elemento nuovo ed impalpabile, proprio come avviene in questo disco, dove le diverse componenti sonore — dall’elettronica al cantautorato poetico e misterioso, dal pop sperimentale all’ambient cinematico — si intrecciano, si dissolvono e si rigenerano in forme molteplici, innovative ed inedite.

È un lavoro che non teme di percorrere sentieri descrittivi, di affidarsi ai simbolismi magici, di cercare, in ogni suono e in ogni silenzio, una propria dimensione, umana ed artistica, in quella immensità confusa di stimoli, di dati, di codici, di percezioni e di elaborazioni che il progresso tecnologico riversa su di noi. Eppure, in questo fluire continuo, queste canzoni non smarriscono mai il legame ancestrale con quei suoni, quelle emozioni e quei sentimenti che, da sempre, accompagnano l’essere umano e che riverberano, come onde di ritorno, dentro ciascuno di noi. È una musica che parla di casa e di lontananza, di radici e di viaggi, di ritorni impossibili e di partenze necessarie. Un invito a costruire insieme un altrove possibile, a cercare un futuro che possa essere non solo nuovo, ma migliore. Dove il romanticismo nebbioso di questo golfo non sia un relitto del passato, ma uno strumento di sopravvivenza e di senso ritrovato nel caos di questo contraddittorio presente.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.