sabato, Giugno 14, 2025
Il Parco Paranoico

Thresholds, God In A Black Suit

Mik Brigante Sanseverino Maggio 15, 2025 Dischi 1 commento su Thresholds, God In A Black Suit

“Thresholds” è il suono di un viaggio oscuro e febbrile, di un itinerario obliquo sospeso tra epoche e stati d’animo, mentre il nostro presente — alieno, spietato e disincantato — tenta, disperatamente, di trovare un varco, una redenzione, una qualche forma di salvezza nelle trame plumbee e rarefatte della new wave, dello shoegaze e della darkwave cesellata dai God In A Black Suit.

È un album che, più che aprirsi, si dischiude, lentamente, come un passaggio segreto, uno spiraglio tra le fessure di un tempo malato, invitandoci a cercare i nostri orizzonti più autentici e più naturali, ben sapendo che ogni mutazione e ogni necessario attraversamento portano con sé uno scotto, un prezzo da pagare in carne, memoria e fragilità.

La perdita, l’abbandono, la rinuncia e il senso di vuoto si innalzano come imponenti architetture emotive, come massicci interiori che gravano sui nostri stessi passi e sui nostri stessi pensieri. E la band italiana non fugge da questa condizione, anzi, la attraversa, tentando, con la propria ricerca sonora e con le sue divagazioni stilistiche, di esorcizzare il dolore, di domarlo attraverso il suono, di trasformarlo in materia narrabile.

Dolore che, come ci ricorda Edgar Allan Poe nelle sue pagine più straziate, non è mai del tutto muto, ma sussurra, artiglia, si insinua come nebbia sottile tra le fenditure della ragione, obbligandoci a scrutare quel buio opprimente e lacerante che ciascuno di noi si porta dentro. È il medesimo buio che la band affronta senza più timore, specchiandosi nelle domande senza risposta, nei sensi di colpa che ci braccano come spettri famelici, nei volti che ci perseguitano con il ricordo delle delusioni inflitte, delle promesse mancate, dei legami che abbiamo spezzato per vigliaccheria o per necessità.

Ogni brano diventa, quindi, una soglia da varcare, un passaggio iniziatico, un confine emotivo dove le atmosfere, cariche di pathos e di malinconia, si fanno forza motrice consapevole e indagatrice. La dimensione oscura e perturbante non è mai fine a sé stessa, ma serve a disseppellire il non detto, a stanare l’inconscio e a renderlo vibrazione sonora.

Intanto, i God In A Black Suit spaziano, con naturalezza, in territori espressivi differenti, mescolando approcci e suggestioni alternative, e facendo sì che il proprio rock gotico non sia mai semplice riproposizione, ma, piuttosto, un organismo cangiante, un’entità in continua mutazione, capace, ad ogni ascolto, di rivelare nuove incrinature, nuove ferite, nuove epifanie. Ed è proprio questa capacità ad accogliere il dolore e a trasformarlo in un gesto artistico, in un suono trepidante e inatteso, che risiede la forza più autentica di “Thresholds”, disco rituale e liminale che ci obbliga a misurarci con la nostra parte più fragile e più oppressa, ricordandoci che solo attraversando il buio si può, forse, intravedere un bagliore di luce.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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