sabato, Luglio 12, 2025
Il Parco Paranoico

Beast EP, Witch Post

Mik Brigante Sanseverino Giugno 11, 2025 Dischi Nessun commento su Beast EP, Witch Post

“Beast” non è soltanto una piccola raccolta di canzoni, ma è una fenditura nel velo monotono della nostra quotidianità, uno squarcio accattivante che offre una visuale duplice sul mondo contemporaneo. Da una parte le atmosfere plumbee di un’Europa che sembra sempre più affannata nel rincorrere il proprio passato, dall’altra il disincanto feroce di un’America lacerata dalle pericolose derive trumpiane, mentre il rumore di fondo è fatto, soprattutto, di slogan spenti e di sogni svaniti. Eppure — ed è qui che i Witch Post colgono l’essenza più vera della condizione umana — quando si scende al livello delle persone, dei sentimenti, dei pensieri taciuti e delle emozioni lasciate marcire negli angoli più bui, tutto si ritrova, con naturalezza, su un percorso comune.

Un percorso che il duo immagina fatto di chitarre distorte, di riverberi lontani, di piccole crepe di nostalgia e di cieli grigi da cui, all’improvviso, filtra una lama di luce preziosa. È indie-rock vissuto sulla pelle, sudato nelle notti in cui si esce solamente per perdersi e dimenticare, ma anche per ritrovarsi, in qualche modo, diversi. È la colonna sonora di chi cammina lungo il Tamigi, mentre il vento racconta storie antiche e il riflesso lunare sembra custodire segreti, oppure di chi si siede su una spiaggia deserta, ascoltando il mare sussurrare promesse dimenticate.

Ascoltando “Beast”, hai come l’impressione di poter recuperare quei momenti che pensavi fossero stati inghiottiti dal tempo, quei frammenti di malinconia e di dolcezza che fanno parte di te, ma che non sapevi più dove cercare. Ti basta sintonizzare la radio che ti pulsa nel petto, scegliere le frequenze giuste e lasciare che una ballad, intrisa di sonorità electro-pop, ti avvolga come una soffice carezza, o che le chitarre, grezze e taglienti, scaccino via i cattivi pensieri ed i presagi che rendono aride le tue giornate. Ed è proprio in questi istanti che riscopri il senso di essere parte di qualcosa di indefinito, di magico e in perenne divenire. Una condizione esistenziale che, negli anni Novanta, si sentiva nell’aria, in quelle tempeste improvvise che non spaventavano mai, ma che, anzi, ripulivano i giorni da tutta la merda che il mondo tentava di gettarti addosso. Infatti, come cantavano gli Smashing Pumpkins in “Drown”: “Yesterday the sky was you / And I still feel the same / Nothing left for me to do / And I still feel the same“, una frase semplice che, oggi, suona come una carezza sporca di pioggia sotto un cielo senza più stelle.

“Beast”, in fondo è proprio questo: una carezza ruvida, un abbraccio stonato, un viaggio solitario con il cuore sporco di pioggia e la speranza di un’alba che, forse, arriverà.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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