sabato, Luglio 12, 2025
Il Parco Paranoico

Gas, Tare

Mik Brigante Sanseverino Giugno 11, 2025 Dischi Nessun commento su Gas, Tare

Un aliante non ha bisogno di motore per volare, gli basta conoscere i moti ed i movimenti dell’aria, scivolare tra le correnti, assecondare il vento, proprio come fanno gli uccelli, senza alcun clamore, senza fastidiosi rumori, senza fatica apparente. Con serenità, con spontaneità, con quella normalità che dovrebbe essere il fulcro delle nostre esistenze; solo che, troppo spesso, noi dimentichiamo di essere creature altrettanto leggere, intrappolati, purtroppo, come siamo, nelle infinite sovraesposizioni, negli obblighi estenuanti, nelle pianificazioni compulsive di riunioni, appuntamenti, weekend plastificati e sogni in affitto.

La musica strumentale del duo vicentino — già maturo nella sua visione emotiva e sonora — è esattamente un volo senza motore. Un drum’n’bass che si sporca, volentieri, le mani con divagazioni jazzistiche, con aperture ambient e con passaggi cinematografici che paiono usciti da un vecchio western all’italiana. Ma non quei western urlati e fumettistici, assolutamente no; piuttosto quei film rasserenanti e pieni di vento, come, appunto, “Il grande silenzio” (1968) di Sergio Corbucci, una pellicola dove la neve ricopre ogni cosa e i veri eroi sono i dannati, gli ultimi, gli uomini liberi che rifiutano il compromesso, anche a costo della propria vita. Ed, in fondo, anche questa musica è una forma di resistenza confortante, uno spazio franco dentro il frastuono digitale del nostro tempo.

C’è una spensieratezza adolescenziale in certi passaggi, un’ironia implicita nel modo in cui le linee di basso rincorrono le fughe di batteria, ma c’è anche una ricerca appassionate e profondissima di senso. È musica da colonna sonora di un film che, forse, non gireremo mai, ma che è un nostro diritto immaginare. Un western futuribile, ambientato sulle sponde di qualche lago o su una terrazza vista mare, in cui uomini e donne decidono di sottrarsi, di cercare il proprio luogo sicuro, il proprio tempio emotivo, la propria montagna sacra, il proprio pezzo di cielo, il proprio Monte Summano, reale o immaginario che sia.

In un’epoca in cui tutto viene caricato di significati immediati, di slogan pronti all’uso e di gesti spettacolari, questa musica ha il coraggio di essere semplice, di non voler dimostrare niente, di muoversi con la grazia di chi sa che le cose vere non hanno bisogno di spiegazioni. Mai. È un invito discreto a riprendersi il diritto di non correre, di perdere tempo, di fantasticare, di disegnare mappe di territori interiori ancora inesplorati. Perché se non liberiamo i nostri sogni, se non diamo loro una forma e un suono, essi resteranno condannati in quel piano, morboso e mortificante, dei domani ipotetici, delle estati che non arrivano, dei film dove i titoli di coda arrivano prima ancora che le prime parole prendano il volo o che la prima immagine prenda vita dinanzi ai nostri occhi. Ma adesso, almeno, sappiamo che da qualche parte, tra un drumming liquido e un synth sgranato, c’è ancora chi prova a far volare un aliante.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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