sabato, Luglio 12, 2025
Il Parco Paranoico

Heartbeat, Avawaves

Mik Brigante Sanseverino Giugno 16, 2025 Dischi Nessun commento su Heartbeat, Avawaves

Ci sono suoni che non nascono per piacere, ma per esistere. Questo album si muove, come un respiro antico, all’interno di una stanza senza finestre, evocativo e solenne, solido, eppure mutevole come l’acqua, come la materia dei sogni che si dissolvono prima che riusciamo ad afferrarne il senso. È una colonna sonora per un presente che sa di fine, un tentativo, disperato e necessario, di trasmettere e diffondere calore in uno spazio vuoto e gelido, abitato solamente da figure immobili, narcotizzate ed intossicate da un flusso continuo e violento di informazioni, di dati, di parole, di immagini, di video, di rumori che non concedono alcuna tregua e si insinuano, nel cervello, come fossero aghi sottili.

Attorno, il buio. Il silenzio. Lo sconforto.

In questo scenario che odora di disfatta e di abisso, alle due artiste non rimane che plasmare nuovi suoni, con un’intensità quasi primordiale, con una naturalezza che sfida il presente e le sue regole perverse, quelle che ci vogliono nemici, vittime e carnefici allo stesso tempo. Tutti, senza eccezione, impegnati a costruirci addosso una piccola irrealtà, una bolla individualista di verità prefabbricate ad arte, mentre il violoncello, la chitarra, il pianoforte, gli archi e le incalzanti e nervose trame elettroniche si insinuano, come correnti sotterranee, dentro di noi, scuotendo sinapsi atrofizzate, risvegliando neuroni rimasti troppo a lungo congelati, forzati a vivere su di un piano monodimensionale, costituito da una sola storia, da una sola verità, un solo punto di vista.

Le sperimentazioni di Aisling Brouwer e Anna Phoebe non si accontentano di suggerire strade alternative, ma intendono rompere, spezzare, smontare, riscrivere. Sono voci che reclamano complessità, che restituiscono il diritto alla domanda e alla contraddizione, che riportano ogni cosa sui piani differenti dell’esistenza, dove domande e risposte si rincorrono e si annullano continuamente, bagliori improvvisi su un cielo che, fino a ieri, ci era sembrato troppo immobile e senza nessuna stella. Le due compositrici, invece, alterano e destrutturano le forme note, ricostruendole senza paura, ridando corpo e senso a quelle percezioni che qualcuno, da troppo tempo, ci suggerisce e, sempre più spesso, obbliga ad accantonare, a considerare inutili, scomode e pericolose.

È, in fondo, il recupero di un’umanità che il presente cerca, ostinatamente, di disciplinare, di ridurre a funzione, di inchiodare a schemi e modelli auto-sufficienti, che, però, finiscono, immancabilmente, per alimentare nuove guerre, nuove paure, nuovi conflitti, nuove devastanti forme di isolamento e di controllo. Peccato che la musica — quella viva, quella che ha il coraggio di sporcarsi di realtà — riesca ancora a scardinarli, ad insinuarsi nelle loro fessure, a rimettere in circolo il dubbio e il desiderio. E questo album, in questo momento storico, è proprio questo, ovvero una mappa sonora per chi ha, ancora, voglia di immaginare. Di chiedere. Di rispondere. Di ricordare di essere umano.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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