venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

Lovin’ You, Richard Ashcroft

Mik Brigante Sanseverino Ottobre 16, 2025 Dischi Nessun commento su Lovin’ You, Richard Ashcroft

Un disco per gli innamorati. Non quelli da copertina, ma quelli veri — che celebrano l’amore da soli o in compagnia, perché l’amore, alla fine, è soprattutto una predisposizione dell’animo. È qualcosa che Richard Ashcroft si porta dentro da sempre: una fede laica, una ferita lucente, un richiamo che torna, ciclicamente, nei suoi dischi, come una preghiera fluida rivolta ad un cielo che forse non ascolta, ma che continua a vibrare.

Eppure, oggi, parlare d’amore sembra quasi un atto rivoluzionario. Difficile pensarci davvero, quando la disumanità, la violenza, l’odio e la guerra hanno ormai invaso le nostre giornate. Ne siamo talmente saturi da non distinguerli più. Le immagini scorrono — esplosioni, rovine, corpi — ma non le guardiamo davvero: ci attraversano come il rumore di fondo di un mondo che ha smesso di provare empatia. Persino la morte dei più giovani è diventata routine. Una notizia come le altre. Spaventosamente normale.

E allora, forse, serve un gesto folle: ritrovare la normalità vera, quella che ci ricongiunge alle emozioni, non ai numeri. Le atmosfere romantiche e suadenti di queste nuove canzoni sembrano nate proprio per questo: per ricordarci chi eravamo un tempo, per riportarci all’età d’oro della nostra spensieratezza, quando credevamo che l’amore potesse davvero cambiare tutto. La voce accattivante, calda e blueseggiante di Ashcroft si muove tra i ricordi e i sentimenti come un vento caldo di fine estate: accarezza il passato, ne risveglia i colori sbiaditi, ci restituisce immagini di palchi leggendari, di braccia alzate, di corpi che si cercano nel buio di un concerto. E, in mezzo, quell’eco lontana di una ribellione che non c’è mai stata davvero, risucchiata — come la nostra umanità — nel vortice della stessa macchina che l’aveva generata.

Ma Richard adesso lo sa. Sorride, si prende gioco di tutto. Sbeffeggia la nostalgia e, con la consapevolezza dei sognatori disillusi, ci regala un passato romantico che non è mai esistito: solo una bolla, un’illusione, una sbornia giovanile. Un concerto dei Verve nel cuore, una sinfonia per vagabondi metropolitani che inseguono la sorte, chiedendo al futuro un ultimo dono: quell’amore che abbiamo sempre cercato, ma che non siamo mai riusciti a trattenere.

Forse, però, va bene così. Forse certi dischi, certe emozioni, certi momenti non devono essere fermati. Devono soltanto fluire — liberi, come le persone che li hanno amati. Come l’amore stesso, che non si possiede mai davvero, ma si riconosce, ogni volta che una voce, uno sguardo, una carezza ci fanno sentire ancora vivi.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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