venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

I Beat Loneliness, Bush

Mik Brigante Sanseverino Luglio 18, 2025 Dischi Nessun commento su I Beat Loneliness, Bush

Non è mai semplice esplorare i lati più oscuri della nostra psiche. Ci vuole coraggio per addentrarsi là dove i ricordi sedimentano come polvere nei corridoi della mente, dove le esperienze irrisolte del passato si trasformano in ombre senza volto che ci accompagnano. I Bush, con “I Beat Loneliness”, lo fanno senza timore, scavando nelle proprie ferite, aprendo le stanze segrete del cuore e lasciando che siano la musica, il rumore, le crude parole a raccontare ciò che, spesso, viene taciuto. Questo disco è un confronto diretto tra le forze antiche e primordiali dell’essere umano – il dolore, la fragilità, il bisogno di relazioni vere – e le nuove dinamiche di un presente dominato dalla tecnologia, dall’apparenza, da un culto dell’efficienza estetica che sfiora il patologico. È il mondo che ci riflette e che ci divora. Ed è anche quello che i Bush raccontano: il malessere non come una posa da esibire, ma come condizione esistenziale, come nodo irrisolto che pulsa sotto la pelle di ognuno di noi.

La band britannica sceglie di non inseguire le classifiche, di non piegarsi a mode o algoritmi. Preferisce addentrarsi nei propri labirinti emotivi, accendendo i riflettori su ciò che è stato, su ciò che è rimasto, su ciò che brucia ancora. Lo fa con chitarre abrasive, ritmi densi, incursioni elettroniche che non addolciscono, ma che, anzi, rafforzano il senso di spaesamento e insieme di catarsi. L’elettronica qui non è decorativa, ma è parte del dramma, è estensione della mente, è corto-circuito tra la carne e i dati.

Il tempo, spesso, si prende gioco di noi. Ci illude di essere invincibili, di poter correre in eterno, finché, un giorno, la voce del dolore si fa sentire, nitida, ineludibile. È una frattura improvvisa, un blackout interiore. E lì, nel buio, ci ritroviamo fragili, vulnerabili come circuiti scoperti, immersi in un oceano di impulsi elettrici che ci attraversano, ma che non ci toccano mai davvero. La società dell’immagine ci ha disabituati alla profondità. I Bush, invece, ci costringono a tornarci. In questo nuovo equilibrio sonoro, la band rimette al centro il corpo, la mente, la notte. Le linee di basso si fanno guida, le distorsioni si intrecciano con visioni oniriche, mentre emergono volti – reali o immaginari – che diventano appigli in un mondo liquido e sfuggente. Si riforma il muro, quello del suono, quello che sembrava perduto, e su di esso tornano a vibrare le parole dimenticate, le promesse infrante, le canzoni che ci avevano salvato.

È un disco che parla anche della possibilità di liberarsi, di sopravvivere, di rinascere attraverso la musica, quando tutto sembra perduto, quando il dolore sembra più grande della cura, quando la solitudine diventa una bestia imbattibile. Ma loro, in fondo, lo gridano nel titolo stesso, “I Beat Loneliness”. L’hanno battuta. E ce lo ricordano in questo modo: anche se più lenti, se più meditativi, se più visionari di un tempo, i Bush restano una forza sonora autentica, che non ha paura di mostrarsi imperfetta, vulnerabile, o incompleta, e proprio per questo ancora più necessaria. Trent’anni dopo il loro esordio, suonano ancora come se fosse la prima volta che hanno qualcosa da dire, ed è qualcosa che vale la pena ascoltare.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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