venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

Pieces of Heaven: Live at the Centre Pompidou, Porridge Radio

Un evento sospeso tra sogno e realtà, come se la musica avesse deciso, per un’ultima volta, di farsi carne e spirito insieme.

I Porridge Radio, nella cornice parigina del Centre Pompidou, hanno scritto il loro testamento poetico: un concerto che non è solo musica, ma esperienza sensoriale, rituale collettivo, incantesimo. Attorno a loro, le sculture di Alexander Calder e Constantin Brâncuși sembrano muoversi, animate dalle stesse vibrazioni che attraversano la sala. I mimi si spostano con eleganza ipnotica, mentre un palco ricoperto di ghiaia diventa il suolo di un pianeta sconosciuto, dove la materia stessa respira.

Le pareti pulsano, gli oggetti sussurrano, e lo spazio — improvvisamente — si anima.

C’è un’anima in tutte le cose.

C’è una nostalgia in ogni oggetto, in ogni edificio, in ogni nota che vibra e poi si spegne. L’arte, quando è autentica, sa liberare quella voce nascosta che abita dentro la materia e la trasforma in emozione, in percorso, in comunione. E, in questo show parigino, quella voce prende corpo nei suoni tenebrosi e teneri dei Porridge Radio: un gruppo che non ha mai avuto paura di mostrarsi fragile, di crollare, di confessare la propria stanchezza.

Il concerto scorre come un fiume in piena, tra accelerazioni romantiche e malinconie struggenti, tra dolcezze improvvise e distorsioni emotive. È una musica che si contorce e respira, che alterna pieni e vuoti, impeti e silenzi, luci e ombre, come se la new wave si reincarnasse in una creatura di carne viva, fragile, ma indomabile. La voce di Dana Margolin è la lama che apre il cielo, ma anche il balsamo che lo richiude: spezzata, sincera, imperfetta, umanissima. Ogni parola è un piccolo grido trattenuto, un modo per non scomparire, ma per restare.

Eppure, tutto questo ha il sapore di un addio. Non di una resa, ma di un passaggio, come se la band avesse compreso che ogni forma di arte veritiera e viscerale — prima o poi — deve dissolversi per continuare a vivere altrove. Il titolo “Pieces of Heaven” sembra già un presagio: frammenti di paradiso, schegge di luce raccolte prima che si spengano del tutto.

È un disco che suona come una poesia che finisce, come una ferita che guarisce, come un dolore che lentamente diventa memoria. Ci lascia addosso quella cicatrice invisibile che non fa più male, ma che racconta tutto: i giorni difficili, i momenti di solitudine, ma anche le mani che ci hanno sollevato, i volti che ci hanno accompagnato, la musica che ci ha insegnato a respirare ancora. È un addio che non distrugge, ma guarisce.

E, forse, proprio questo è il miracolo dei Porridge Radio: aver trasformato la vulnerabilità in forza, l’angoscia in arte, la paura in libertà. Nel momento in cui la sala si svuota e le luci si spengono, resta soltanto un’eco che rimbalza sui muri, un brivido che attraversa il cuore. È il suono di qualcosa che finisce, ma che continuerà a vivere dentro chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo. Perché certe band non muoiono mai davvero: si dissolvono come onde di luce, si fondono con l’aria, restano nei nostri sogni, nei ricordi, nei momenti in cui abbiamo bisogno di credere ancora in qualcosa di vero. E allora, mentre il disco si chiude e la voce di Dana scompare tra le sculture, resta solo un pensiero, dolce e necessario: forse, l’unico modo per non morire è continuare a suonare — anche quando nessuno ci sente più.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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