venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

Water From Your Eyes @ Arci Bellezza, Milano 29/11/25

Un vento feroce e luminoso di distorsioni, di melodie oblique e di incanti improvvisi, ha attraversato l’Arci Bellezza come un’onda che non chiede permesso. I Water From Your Eyes sono apparsi sul palco con la naturalezza di chi non deve dimostrare nulla, ma finisce, comunque, per travolgere tutto: confermano, ancora una volta, quell’energia positiva e inquieta che la loro musica è capace di generare, come una scossa che ti percorre la spina dorsale e rimette in circolo ciò che, da tempo, avevi dimenticato.

Onde elettriche si sono propagate dalla prima nota, intrecciandosi alle immagini psichedeliche proiettate alle loro spalle: vortici cromatici, frammenti pulsanti, apparizioni liquide. Sembrava che lo schermo respirasse insieme alla band, trasformando la sala in una piccola caverna visionaria in cui il suono e l’immagine diventano un unico corpo vibrante. Un’atmosfera appagante, avvolgente, che ti cattura e rimanda al mittente, per una notte, tutte le ansie e i disagi che questa società conformista, mediatica, paternalistica e solo in apparenza accogliente ci scarica addosso ogni giorno. Un mondo che pretende di essere un rifugio, ma che, spesso, si rivela un assedio, soprattutto per chi è più fragile e si ritrova inchiodato alla precarietà e al labirinto di un equilibrio economico sempre promesso e mai concesso.

E allora, almeno per una sera, le voragini della cattiva politica si dissolvono, riempite dalle canzoni che scorrono come fiumi ostinati di pace e serenità.

Sul palco si costruisce un trionfante miscuglio: indie-rock nervoso e tagliente, vibrazioni post-punk che richiamano epoche di ribellioni trascorse, riverberi di un passato dark-rock che ritorna come un fantasma benevolo, e poi divagazioni sintetiche che aprono varchi inattesi. La sezione ritmica — un basso che pulsa come un motore sotterraneo, una batteria che incalza senza tregua — è un’ossatura elastica che sostiene tutto, mentre la chitarra, con le sue distorsioni rabbiose, lacera l’aria e la ricompone, scacciando ogni tensione accumulata, ogni pensiero rigido, ogni corazza di apatia e stanchezza che ci immobilizza.

E così ci ritroviamo a muoverci, a scuoterci, a seguire il ritmo, senza più filtri, né resistenze. A ballare come se fosse l’unico gesto possibile: contro ogni distanza, ogni crudeltà, ogni frattura invisibile che sembra dividerci dal resto del mondo. A ballare contro la sfiducia, contro le ricostruzioni disoneste della realtà, contro chi vorrebbe convincerci che tutto sia già scritto e che non resta altro che adeguarsi.

Forse cadremo a pezzi — e i Water From Your Eyes lo sanno bene — ma, di certo, non accadrà questa sera. Non mentre il groove ci sorregge, non mentre la sala si accende di luci e di corpi in movimento, non mentre le crepe del mondo sembrano, per un momento, superabili, quasi addirittura riparabili.

È questa la loro forza: ricordarci che, finché c’è un suono che ci scuote e una danza che ci salva, non tutto è perduto. O almeno, non ancora.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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