giovedì, Dicembre 11, 2025
Il Parco Paranoico

Wo Men, Bonnie Li

Mik Brigante Sanseverino Gennaio 13, 2020 Dischi Nessun commento su Wo Men, Bonnie Li

Ritrovare sé stessi è difficile, soprattutto quando hai rinunciato – per convenienza o per paura –  alla tua identità.

“Wo Men” rappresenta il tentativo di riprendersi tutto ciò che non ci appartiene più. Le atmosfere del disco sono, di conseguenza, grigie e sfocate, mentre le sonorità elettroniche e trip-hop che lo pervadono, sono fragili ed oscure, ma, allo stesso tempo, diventano estremamente recettive a tutto ciò che ci circonda, perché il tema principale, sul quale sono costruiti questi dieci brani, è, appunto, quello della ricerca e della riscoperta. Riscoperta di pensieri, di emozioni, di desideri, di passioni, di parole, che credevamo di aver perduto per sempre, ma che, invece, come delle minuscole cicale, si erano semplicemente nascoste un po’ più in profondità, dove i ritmi frenetici ed omologanti del nostro presente non sono in grado di arrivare.

Non è più possibile tornare indietro, né temporalmente, né spazialmente, sia ben chiaro, per cui l’unica nostra possibilità di salvezza, se non vogliamo restare intrappolati nelle paludi dell’ansia e dello smarrimento, è quella di andare comunque avanti. La ricerca, in pratica, non può essere volta a qualcosa che è già accaduto, a qualcosa che abbiamo già perso, a qualcosa che abbiamo già vissuto, commettendo i medesimi errori, ma deve essere rivolta al futuro: può essere realizzata prendendo strade diverse, ciascuno di noi sceglierà la sua, ma l’obiettivo fondamentale è il recupero di quell’identità a cui avevamo rinunciato, perché ci avevano detto che così sarebbe stato più semplice essere accettati e non saremmo mai stati soli. Ma, invece, è proprio quello che ti succede quando dimentichi chi sei e ti trasformi nell’ennesimo ingranaggio di un sistema che basa la sua forza sulle insicurezze e sulle paure delle persone che entrano nella sua sfera di controllo e condizionamento: resti solo.

“Wo Men”, che in mandarino suona come un gioco di parole tra l’io ed il noi, tra ciò che è dentro e fuori, ha i colori tenui della nostra coscienza che si risveglia lentamente: non è più notte, l’oscurità sta lasciando il mondo, ma siamo ancora lontani dal sorgere dal Sole. Verità e menzogna si confondono, è come se non stessimo più dormendo, ma sappiamo di non essere ancora del tutto svegli. Il sogno e la realtà sono intrecciati tra loro, è tutto così misterioso e sfuggente, ma, nonostante l’inquietudine, non possiamo restare fermi perché sarebbe peggio e finiremmo risucchiati per sempre dalla notte; dobbiamo seguire la musica, percepire il senso di quelle parole che ci incitano ad uscire dall’oblio e riprendere prima contatto con noi stessi e poi, di conseguenza, con tutti quelli che incontriamo lungo la strada.


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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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