venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

Antidepressants, Suede

Mik Brigante Sanseverino Settembre 6, 2025 Dischi Nessun commento su Antidepressants, Suede

Illustrazioni sonore in chiaroscuro: così si apre il nuovo capitolo dei Suede, un ritorno che si colloca in un’epoca paradossale, capace di connetterci istantaneamente a livello informatico e, allo stesso tempo, di recidere i nostri legami umani più profondi. Viviamo nell’illusione di aver sconfitto persino il tempo, quando invece ciò che, realmente, si sta dissolvendo e disconnettendo è la nostra umanità. Essa si inabissa in una oscurità densa e letale, dalla quale affiorano frammenti del passato: i Novanta, il grunge, il brit-pop, i rave, un’elettronica ancora analogica e randagia, che non aveva barattato i propri errori e i propri limiti con l’attuale estetica prefabbricata, unidirezionale e perfettamente prevedibile.

I Suede tornano e lo fanno con un album cupo, inevitabilmente cupo. Perché i Novanta non erano ciò che oggi rielaboriamo in chiave mitologica: erano anni reali, irrequieti, colpevoli e luminosi insieme, capaci di ascese vertiginose e di cadute altrettanto tremende. Erano gli anni dei Blur e degli Oasis, dei Pulp e, naturalmente, dei Suede: una celebrazione del mito britannico che si voleva universale, con melodie e chitarre che promettevano libertà, autenticità e felicità. Ma di quella felicità, oggi, resta soltanto un gelido pugno di cenere. Abbiamo disperso ogni ideale, ci siamo rinchiusi in scatole comode e insonorizzate, mentre all’esterno i peggiori prendevano il controllo delle politiche, delle economie, delle coscienze.

Ecco perché “Antidepressants”, nonostante l’alone nostalgico e accattivante, non è un album brit-pop. È un’opera che guarda altrove, che sprofonda in un immaginario cupo e veemente, più vicino al post-punk dei Magazine e dei Joy Division, a Siouxsie e ai Cure degli anni Ottanta. Qui non c’è alcuna celebrazione della “cool Britannia”, ma piuttosto la sua messa a nudo: l’isola che fu impero si rivela, ancora una volta, simbolo di ingiustizie, di una politica che persiste, anche nel millennio nuovo, con la stessa ferocia coloniale del secolo scorso, difendendo privilegi con le armi e basando il proprio benessere su una distribuzione iniqua delle risorse, reiterando, dunque, logiche predatorie e razziste. La gloria di un impero si trasforma in eco di corruzione e di sfruttamento, in un retaggio che i Suede risputano fuori sotto forma di rumori stridenti, di rabbia compressa, di ansia sonora.

Fantasmi oppressivi attraversano le singole tracce: esplosioni di terrore e riflessione, nevrosi sonore che ci restituiscono un mondo dove lo spirito viene dislocato in una dimensione virtuale, artificiale, progettata per occultare il decadimento del corpo, la temporaneità della bellezza, i vuoti sempre più spalancati. Ci muoviamo come automi senza occhi in un traffico disordinato, prigionieri di un flusso che non consola.

Ma i Suede, anche nel buio, non rinunciano a un’urgenza: raccontano la giovinezza che scivola in altre stagioni, ugualmente degne, ugualmente preziose. Suonano il coraggio necessario ad accettare i cambiamenti e le assenze, i volti che svaniscono e i dettagli che brillano nell’ombra. Ci consegnano parole che feriscono e confortano, come le pagine di un romanzo che si chiama vita, e che va letto fino in fondo, senza salti, dal principio alla fine.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

Comments are closed.