venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

Plays Twin Peaks and Other Infinitives, Teho Teardo

Teho Teardo ha presentato questo disco come la realizzazione di un’intuizione antica, nata tra le ombre vive dei boschi e i silenzi che ci osservano. Non è un lavoro semplicemente composto, ma piuttosto ascoltato: ascoltato nella natura, nei suoi sussurri, nei respiri che provengono dal cuore del Creato e parlano direttamente alla nostra coscienza addormentata. È lì che Teardo ha trovato la sua chiave, quella frequenza segreta capace di risvegliare la nostra parte più remota e misteriosa, quella parte “infinita” che ancora riesce a vibrare con le forze invisibili dell’universo.

Le sue note non nascono da un progetto, ma da un incontro. Dalla scoperta di una continuità spirituale che unisce i canti degli uccelli, il fruscio del vento tra gli alberi e le composizioni di Barbara Strozzi, Henry Purcell, Johann Sebastian Bach, fino ad arrivare ai paesaggi sonori di Angelo Badalamenti — e, con lui, alle visioni notturne di David Lynch. Il viaggio di Teardo è, in fondo, lo stesso: un attraversamento dei confini tra il visibile e l’invisibile, tra il reale e il sognato, tra la quiete e il turbamento.

Il passaggio dai boschi che uniscono Italia e Slovenia — terre antiche, mescolate, senza confini, né padroni — alle montagne di Twin Peaks è stato naturale, quasi inevitabile. In entrambi i luoghi regna un silenzio denso, che non è assenza, ma presenza, un respiro cosmico che attende di essere interpretato. Teho Teardo, come Lynch prima di lui, ha guardato dentro quell’abisso e ne ha tratto immagini, suoni, apparizioni. Ha compreso che il mistero non si spiega: si abita.

Come il regista americano, Teardo cerca il punto in cui la realtà si piega, dove la musica diventa linguaggio dell’inconscio e i rumori del mondo si trasformano in segni. C’è, nel suo lavoro, la stessa tensione poetica che attraversa Twin Peaks: il bosco come mente collettiva, come spazio dell’anima in cui si depositano sogni, segreti, colpe e desideri. Le sue composizioni si muovono come la nebbia che avvolge la cittadina lynchiana, rivelando e nascondendo allo stesso tempo, fino a quando, in un attimo di grazia, la melodia squarcia il velo e ci permette di vedere oltre.

Ma il disco non è solo un omaggio o un esercizio di stile: è un atto di appartenenza alla vita stessa. Teardo trasforma le sue esperienze in materia sonora, fondendo la dimensione personale con quella universale. Dentro i suoi brani vivono le persone che ci accompagnano — quelle che camminano accanto a noi, e quelle che ci hanno preceduto, con la loro grandezza e la loro disperazione. Le loro armonie e dissonanze diventano parte di un’unica trama, che attraversa il tempo e ci invita a guardare oltre l’orizzonte del presente.

Essere infiniti, per Teardo, significa questo: accettare di non essere soli nel mondo, di appartenere ad un flusso continuo che unisce la materia e lo spirito, il visibile e l’invisibile. Significa ascoltare i bisogni del futuro, e farli risuonare nel presente. Significa vincere la morte trasformandola in eco, in memoria, in amore condiviso.

In questo senso, la sua musica è una forma di preghiera laica, un rito che cerca di costruire una casa migliore — una casa comune, più pacifica e sicura, più libera e amorevole per tutte le specie che abitano questo pianeta. Un luogo che non ha coordinate, ma battiti: i battiti di un cuore che si fonde con il suono del mondo.

Così, tra i boschi e Twin Peaks, tra Bach e Badalamenti, tra il reale e il sogno, Teho Teardo ci ricorda che la musica può ancora essere una rivelazione. Un varco tra gli universi. Un modo per toccare, almeno per un istante, l’infinito che respira dentro di noi.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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