venerdì, Marzo 29, 2024
Il Parco Paranoico

Un paese di musichette mentre fuori c’è la morte, Solaris

Il titolo che la band cesenate ha scelto per il suo nuovo album – estratto dalla serie TV “Boris” – riesce a centrare a pieno l’atmosfera che si respira, da tempo, non solo dopo la recente pandemia, nel nostro paese e non solamente in ambito strettamente artistico e musicale, ma anche e soprattutto dal punto di vista politico, economico e sociale.

Garantire a tutti un’esistenza dignitosa, essere in grado di offrire a tutti i medesimi diritti civili, un lavoro soddisfacente, una casa, un futuro, non sono più degli obiettivi, ma sembrano ormai esser diventati il vero problema delle élite politiche ed economiche che governano il mondo intero, le quali trovano molto più semplice e conveniente, per i loro scopi, distrarre le masse con finti problemi sociali, con mostri creati ad arte, con i soliti vecchi e beceri luoghi comuni, con un’infinità di fake news, proponendo, parallelamente, un modello sociale luccicante e conformista, basato solamente sull’apparenza e sul possesso, sull’omologazione delle emozioni e dei pensieri, sui social media, sui talent show, su canzonette, spettacoli, rappresentazioni artistiche accattivanti, spensierate e gioviali, ideate per nasconderci la cruda verità che ci circonda, per non mostrarci le brutture della nostra realtà, ma per inculcarci la convinzione di vivere in un mondo giusto, amorevole, bello e perfetto, il migliore dei mondi possibili. E spesso ce ne convinciamo così bene da trasformarci in dei veri e propri soldati, cani da guardia ed aguzzini, pronti a qualsiasi azione pur di difendere lo status quo esistente e l’ordine costituito dalle varie “emergenze” che, di volta in volta, rischiano di rovesciare il nostro bel paese.

I Solaris danno forma alle brutali verità del mondo, alla morte che ci sta attorno ed alle nebbie che accompagnano i nostri passi; lo fanno attraverso le proprie sonorità post-rock cariche di rumori, riff e torbide distorsioni, creando un inferno dolente, magnetico ed industriale capace di attrarre le nostre percezioni più intime, i nostri pensieri, le nostre idee, i nostri sogni, finalmente liberi e svincolati dalle dinamiche soffocanti che vogliono a tutti i costi farci sentire accettati, farci sentire compresi, farci sentire amati, farci sentire parte integrante di questa società così perfetta, così avanzata, così giusta, così interessata a stringere le sue grinfie su ciascuno di noi. La band romagnola, invece, suona tutta un’altra musica, diffonde altre parole, altri concetti, una diversa concezione dell’arte e della bellezza, un noise rock che non ha alcun bisogno di seguire il comune buonismo, la morbidezza delle melodie o le maschere rassicuranti che vediamo tutti i giorni sugli schermi delle nostre TV, dei nostri computer o dei nostri smartphone. Il mondo è pieno di spettri, gli stessi spettri che penetrano ed irrompono in queste sei canzoni, con tutti i loro dannati problemi, con i loro motori sfasciati, le loro colpe passate, i loro dubbi futuri, le loro paure presenti e tutte le loro inquietanti verità.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.