giovedì, Aprile 25, 2024
Il Parco Paranoico

Dust & The Dukes, Dust & The Dukes

Mik Brigante Sanseverino Febbraio 6, 2021 Dischi Nessun commento su Dust & The Dukes, Dust & The Dukes

“Dust & The Dukes” ruggisce il sole cocente del deserto del Mojave, scorre tra i canyon e le dune di sabbia, alterando la nostra stessa percezione del tempo; distorcendolo e facendolo a pezzi, con la complicità della nostra memoria, la quale – attraversata dalle sonorità robuste e viscerali della band fiorentina, dal suo continuo intrecciare trame di un passato mitico ed eroico con un futuro che appare sempre più moribondo, claustrofobico e precario – viene stimolata e spronata a creare immagini catartiche e liberatorie, nelle quali il sottile velo tra la realtà e la fantasia si sgretola ed ogni cosa diviene possibile.

I nostri sensi si risvegliano dal torpore virtuale in cui erano caduti, le percezioni si fanno più vivide e potenti, in quanto non sono più vincolate ai pixel di uno schermo artificiale e spesso menzognero, mentre, nel frattempo,  l’energia brutale e primordiale di “Run” spalanca le porte dell’inconscio, del grande buio, del grembo materno della Terra, consentendo alle nostre emozioni di riversarsi, finalmente, all’esterno e di coinvolgerci, anche fisicamente, in un viaggio che è, soprattutto, la riscoperta di noi stessi, dei sogni che avevamo trasformato in spettri inquietanti, lasciando che il nostro presente diventasse, sempre più, simile ad una città fantasma del Far West.

Ed ecco, allora, che, alla forza brutale dello stoner rock, si sovrappongono le ambientazioni più oniriche e meditative di un blues crudo ed elettrico, le tonalità cinematografiche di una ballata indie-folk, i sussurri delle creature che vivono solamente la notte; “Life In A Bottle”, “Plus 18”, “Feather”, “Losing Tune” – con la prima parte più introspettiva e la seconda più vibrante – sono i passi del medesimo viaggio. Un viaggio che appartiene solo a noi ed a nessun altro, nonostante la società di cui siamo parte, le persone che ci sono attorno, i modelli politici ed economici a cui facciamo riferimento, tentino, continuamente, di condizionarci e riportarci su quei binari predeterminati che, dicono, di aver costruito per noi, per il nostro bene, per il benessere comune, ma che, in realtà, non sono altro che un modo per controllarci, per tenerci allineati e per utilizzarci a loro esclusivo vantaggio. Se questo è l’ordine, l’equilibrio, la pacificazione, allora è meglio affidarsi alla tempesta e lasciare che essa plasmi un nuovo mondo attorno a noi, al nostro presente ed al nostro futuro.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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