sabato, Luglio 27, 2024
Il Parco Paranoico

Regenerator, King Buffalo

Mik Brigante Sanseverino Settembre 4, 2022 Dischi Nessun commento su Regenerator, King Buffalo

L’Acheronte creativo dei King Buffalo ha attraversato gli inferi virali della recente pandemia, senza mai lasciarsi piegare da quei tristi e spregiudicati ectoplasmi politici, i quali, sfruttando il doloro e la sofferenza altrui, hanno manipolato, condizionato, oppresso ed influenzato lo scorrere delle nostre giornate, rendendole sempre più torbide, ostili, rabbiose e divisive.

Ed ora, con “Regenerator”, la band americana è giunta a concludere – toccando sonorità più morbide, prossime al rock astrale e progressivo – quella trilogia oscura con la quale hanno mostrato come, spesso, le nostre paure non sono affatto reali, ma vengono concepite e prodotte artificialmente, affinché altri, quelli che detengono le leve del potere economico, finanziario e politico globale, possano goderne e sfruttarle a proprio esclusivo ed unico vantaggio.

Ma ora che Fobos ha gettato via la sua maschera iniqua, è giunto il momento di ridare speranza e fiducia alle persone comuni. Questo, infatti, è l’album più luminoso della già citata trilogia pandemica, quello nel quale lo stoner rock ossessivo e psichedelico del passato lascia ampio spazio a melodie incantate, il cui obiettivo è riscaldare il cuore indolenzito degli esseri umani, spingerli a considerare il proprio futuro come una opportunità e una nuova possibilità, piuttosto che come un rischio. I King Buffalo, sin dall’iniziale title-track, cercano di diffondere una ritrovata e preziosa gentilezza, mettendo da parte le ombre fameliche di “Hours” ed esaltando quei momenti chitarristici che in “Avalon” e “Mammoth” entrano in sintonia con quelli che sono i nostri sogni inconfessati e con le passioni alle quali abbiamo rinunciato per abbracciare una visione del mondo ansiosa, claustrofobica, minacciosa e perennemente malata.

Una lugubre odissea che viene spazzata via dalla meravigliosa e rinnovata alba armonica di “Firmament”, il brano che mette fine al disco e proietta i nostri eroi verso una nuova fase del loro percorso di ricerca umana e musicale, senza, però, dimenticare ciò che è accaduto, ovvero senza scordare le esperienze, le perdite, le sconfitte, le ossessioni che, trasformate in suoni cosmici, in passaggi inquietanti, in bassi cavernosi, in fulgidi riverberi e in tonanti batterie, ci hanno consentito di crescere, di imparare, di essere qui adesso,in un luogo e un tempo speciali che debbono tramutarsi in quelli della rinascita, quelli della guarigione, quelli della pace, quelli della difesa dei diritti fondamentali. Ne saremo capaci? 

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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