martedì, Aprile 16, 2024
Il Parco Paranoico

The End, So Far, Slipknot

Mik Brigante Sanseverino Ottobre 15, 2022 Dischi Nessun commento su The End, So Far, Slipknot

Settimo sigillo per gli Slipknot che presentano il loro nuovo album al mondo servendosi di un brano lento, nitido, sintetico e malinconico, “Adderall”, per poi dirigersi, immediatamente dopo, nelle viscerali, sferzanti e brutali lande sanguinolente di “The Dying Song (Time To Sing)”; una dimensione sonora nelle quali le sfumature lunari ed elettroniche dell’incipit vengono spazzate via da furiose esplosioni di metallo incandescente.

Ripercorreremo la stessa strada, dunque? Faremo gli stessi errori? Ritroveremo gli stessi fantasmi?

Assolutamente no, perché la band americana sa riscrivere sé stessa, è consapevole di dover andare oltre tutto ciò che è piatta, tranquilla e statica routine, in maniera tale da scoprire nuovi riff, nuove energie, nuovi percorsi umani ed artistici e nuovi terribili peccati. “Hive Mind” ne cattura le sfumature più oscure e malevole, trasformandole in un inno diabolico, mentre “Medicine For The Dead” si scontra con le nostre ossessioni ancestrali, scagliando contro di loro tutto il rabbioso, appassionante e possente volume di cui Corey Taylor e compagni sono capaci.

Ed è così che prende forma la corsa forsennata di “Acidic”, una corsa che porterà le sonorità del disco entro i confini dell’hard-rock più pulito e radiofonico di “Heirloom”. Ma non può essere questa la nostra meta, abbiamo solo ripreso fiato, perché “H377” rifiuta ogni arrendevole e pacifico compromesso e ritorna, con ferrea convinzione, su ritmiche più ostili, bellicose e incalzanti, abbattendo ogni confortevole barriera e facendo sì che le conclusive “De Sade” e “Finale” ci mostrino tutto l’orrore celato in quella che è una realtà feroce. In fondo non è questo il motivo per il quale siamo arrivati qui?

Non è una fine, dunque. Ma è una rivelazione; non siamo più vincolati alla carne malata, alle effimere ricostruzioni virtuali della verità, alle visioni oniriche, alla urla primordiali, alle leggi e ai concetti dell’economia, ai protocolli di rete, ma possiamo, finalmente, accettare ogni disagio, ogni mancanza, ogni pericolo e immergerci in questa spietata esistenza.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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