sabato, Aprile 27, 2024
Il Parco Paranoico

Ilion, Slift

Mik Brigante Sanseverino Gennaio 23, 2024 Dischi Nessun commento su Ilion, Slift

Gli Slift sono una band ultraterrena, nel senso che, anche un semplice accordo, se è un loro accordo, si manifesta come qualcosa di estraneo al mondo che conosciamo e alle regole fisiche e matematiche che lo governano. La band francese è oltre ciò che riteniamo dimostrabile o sperimentalmente osservabile, la sua musica esiste su piani spaziali e temporali diversi, piani molteplici, invisibili, irraggiungibili, esclusivi, apparentemente disgiunti, sconnessi e sconosciuti l’uno all’altro, ma in grado di collassare, improvvisamente, in una musica reale e consistente, in queste trame psichedeliche che afferrano i nostri pensieri, li scuotono, li ribaltano, li comprimono e poi ne liberano, in modo esplosivo, l’essenza verso l’esterno, abbattendosi su tutto ciò che, solitamente, ci tiene condizionati.

Questo groviglio acido e divagante di trame cosmiche e lisergiche è la portante ideale per le nostre fantasie inconfessate, per i peccati taciuti, per le infatuazioni segrete, per le smanie passionali, per tutto quello che, di solito, viene ritenuto sconveniente da mostrare, ammettere, spiegare o giustificare.

Ma “Ilion”, nel solco del precedente “Ummon”, non vuole e non può conoscere alcuna spiegazione, se non quella del metallo che abbraccia le sonorità magmatiche del krautrock più funesto, lascivo ed emotivo; sonorità che attraversano epoche e galassie distanti, connettendo il passato remoto con il più remoto degli innumerevoli futuri, mentre ogni creatura, ogni forma di energia, ogni improbabile Dio, nel frattempo, muta, cambia, si trasforma, perisce e poi rinasce, in altre forme, altre sembianze ed altre prospettive.

Una dinamica furente alla quale gli Slift sottraggono la loro musica, rendendola il fluido ancestrale, il perenne ed incessante big bang, che concepisce e, contemporaneamente, esalta e pervade quelle che sono narrazioni epiche, storie sonore che riescono a trovare una sintonia ed una armonia, del tutto naturali, con le vicende terrene della antica Ilion, la città distrutta e più volte ricostruita, la città esaltata e disprezzata, la città vaneggiata e cantata, la città violentata, odiata, bramata, posseduta ed, infine, apparentemente distrutta, per poi tornare, in tutta la sua feroce bellezza, in un ennesimo universo, in un ennesimo racconto, in un ennesimo viaggio, in un ennesimo disco.

Un disco di matrice progressive-rock, il cui vagito è fuoco che brucia, violenza che divampa in ogni singolo riff, vendetta che echeggia, disperazione scolpita nelle sue linee vocali, musa ritmica orribilmente devastata dalle atrocità di cui solamente gli esseri umani sono capaci, contro sé stessi, contro i propri simili, contro la madre cosmica che li ha generati dalla gelida e ostile oscurità. Gli Slift, dunque, costruiscono la loro nuova opera attraverso una storia che, allo stesso tempo, è assolutamente nota, ma anche assolutamente sconosciuta, una storia mai raccontata prima, una catartica odissea attraverso suoni che sono la nostra unica salvezza, perché ci tengono a galla, impedendoci di affogare nella noia e nella paura e consentendoci di continuare a cercare, a sperimentare, a vivere, a conoscere, ad esistere.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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