sabato, Luglio 27, 2024
Il Parco Paranoico

Heading To Saint Reaper, Temple Of Deimos

Mik Brigante Sanseverino Gennaio 25, 2023 Dischi Nessun commento su Heading To Saint Reaper, Temple Of Deimos

È una rinascita quella dei Temple Of Deimos, una rinascita che, però, avviene cercando, ancora una volta, la protezione delle divinità, ancestrali, magmatiche e selvagge, del rock del deserto. La band genovese ha, infatti, definito quale deve essere il suo cammino sonoro: un percorso che ha il sapore incisivo dello stoner-rock, del grunge e del rock psichedelico degli anni Novanta, un percorso che segue un filo invisibile capace di unire il mar Ligure con Palm Desert, con la consapevolezza, però, che sono passati decenni e che, quindi, le nostre esistenze, oggi, sono cambiate e, in un certo senso, nonostante le evidenti conquiste tecnologiche, si sono complicate, essendo sottoposte, adesso, ad una pressione molto più grande, molto più pericolosa, molto più invasiva e molto più devastante, riguardo a quelle che sono la nostra sanità fisica e mentale. Ed inoltre siamo appena usciti da un tragico e drammatico biennio di pandemia che ha messo in seria crisi rapporti umani, lavorativi, affettivi, sociali, artistici, economici.

Poteva essere, come si diceva, ingenuamente e forse anche ipocritamente, in quei mesi, l’occasione per costruire una società migliore, ma, in realtà, non abbiamo fatto altro che rendere la nostra quotidianità ancora più caotica, più opprimente, più precaria, più superficiale, più arrabbiata, più violenta, più individualista e più ostile nei confronti di tutto ciò che non rispecchia e non si conforma rispetto quelli che sono i modelli, gli schemi e le politiche imposte – in modo subdolo e sfruttando la rete virtuale delle informazioni e i suoi sciocchi e fasulli riferimenti estetici – dal sistema neo-liberista e post-industriale globale.

Appare normale, allora, nonché giusto e benefico, aprire il disco con due vere e proprie scariche energetiche: “Deadly Lines” e “Deflagation Deal”, che, con il loro groove acido e martellante, danno consistenza sonora a ciò che abbiamo attorno, a questi tempi virali che infettano di odiosa negatività tutte le nostre scelte, le nostre azioni, i nostri comportamenti. E così “Bad Times Choices” ci trasporta nella focale e travolgente “Elvis Aaron Stoner”, brano nel quale la tensione diventa opprimente e non ci resta che trovare sfogo in trame sonore crude, brutali, taglienti e vibranti, vere e proprie scosse telluriche che tentano di scuotere il torbido e malato finto-mondo nel quale ci stiamo nascondendo, pensando che ciò possa garantirci quella sicurezza e quella serenità di cui tutti noi sentiamo il bisogno, senza renderci conto, però, che, agendo in questo modo, cioè rinunciando alla parte passionale, veritiera ed emotiva delle nostre esistenze, stiamo diventando degli automi, ovvero degli schiavi con un compito preciso, che è quello di produrre e di consumare, talmente impauriti da accettare, pedissequamente, il fatto che, prima o poi, verranno messi da parte e dimenticati, non appena non saranno più in grado, per qualsiasi motivo, di svolgere i propri compiti e sostenere il sistema che li manipola e li brutalizza.

Riusciremo a sottrarci a questa spirale distruttiva? La musica, soprattutto quella rock, può esserci d’aiuto, può incuterci coraggio oppure questo disco sarà un’altra breve oasi psych-rock nella desolazione che ci consuma?

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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