sabato, Luglio 27, 2024
Il Parco Paranoico

Qui si parla di amore. O di confusione. [Nevermind, 24.09.91]

Il 24 Settembre del 1991, quando le onde radio condussero quel miscuglio veloce e rabbioso di punk, melodie accattivanti e testi criptici e oscuri nelle nostre case, il nostro mondo ebbe un sussulto. Seppur, inizialmente, nessuno si aspettasse un tale successo economico e mediatico, sebbene qualcuno storcesse il naso per il passaggio della band di Aberdeen ad una major discografica e sebbene qualche incauto critico si lanciasse in divagazioni esageratamente severe, per poi ritornare – già nei mesi successivi – sulle proprie infelici considerazioni, i Nirvana si posero, in maniera sorprendentemente riuscita, alla fine di quell’ultra-decennale percorso di alternatività, di rivalsa, di ostilità e di resistenza rispetto a tutto quello che il dannato binomio Reagan – Bush aveva rappresentato e continuava a rappresentare per la nazione e per il mondo intero.

I semi che band come i Minutemen, gli Hüsker Dü, i Mudhoney, i Pixies, i R.E.M. o i Sonic Youth avevano celato nel grembo buio della terra, avvelenata dal potere e dalla corruzione di quel sistema politico ed economico maschilista e nazionalista, erano, finalmente, venuti alla luce e i Nirvana ne erano la prova più rumorosa, affamata e fatale. Chitarra, basso e batteria, che, con accelerazioni e rallentamenti improvvisi, rappresentarono la disillusione di un’intera generazione e l’avidità di un’intera classe politica, consapevoli, però, allo stesso tempo, che la mercificazione di qualsiasi ideale, di qualsiasi espressione artistica, di qualsiasi forma di sensibilità umana, era, purtroppo, qualcosa di inevitabile, a meno che qualcuno non avesse la forza di spegnere ogni amplificatore, ogni microfono e ogni strumento. Ma quel qualcuno, purtroppo, si sbagliava, perché gli avvoltoi erano, oramai, in volo, pronti a raccogliere ogni pretesto, ogni diceria, ogni abuso, ogni sussulto e banchettare, per anni ed anni, con l’ennesimo fantasma dello show business.

Il tentativo estremo di sovvertire l’arroganza sistematica del capitalismo globale fu rappresentato proprio dalla celebre esibizione di New York, quando alla famelica MTV vennero proposte delle versioni addolorate e strazianti degli ultimi successi, “All Apologies” e “Pennyroyal Tea”, oltre che una accorata rivisitazione dei brani di altri autori, tra cui i Meat Puppets e Lead Belly, più la straordinaria “The Man Who Sold The World”, nel tentativo estremo di rammentarci, allora, come oggi, quanto sia ingiusta, scorretta e infelice l’idea di considerare ogni vita, noi stessi ed il mondo intero in vendita.

Per un dollaro o per milioni di dollari, tra pestaggi razziali, folli sparatorie di massa, abuso di alcool e stupefacenti, sfruttamento del lavoro, tentativi di stupro, una ipocrita visione, politicamente corretta, dei nostri comportamenti e dei nostri atteggiamenti che ci vuole tutti ugualmente complici, tutti ugualmente partecipi, tutti ugualmente conniventi, tutti ugualmente compiacenti nel perseguire, ancora ed ancora, le medesime politiche di guerra, di diffamazione, di sfruttamento e di razzismo, mentre il nemico invisibile – stupido e contagioso – si diffonde ovunque, tra le trame libidinose, amorevoli, appassionate, dissolute, lascive e viziose di “Smells Like Teen Spirit”, per rammentarci che quel mostro, quella negazione, quel rifiuto, quel diniego siamo proprio noi.

“Qui si parla di amore. O di confusione, che spesso è il risultato dell’amore: perché tutte le nostre relazioni, ad un certo punto, diventano incomprensibili”.

Come eravamo
E come siamo.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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