lunedì, Aprile 29, 2024
Il Parco Paranoico

E’ Inutile Parlare d’Amore, Paolo Benvegnù

L’amore che canta Paolo Benvegnù, in questo suo ultimo album, è un amore impegnativo ed ingombrante, un amore che può, facilmente, sconfinare nell’auto-distruzione e che si muove su un sentiero proprio, estraneo alle tecnologie moderne ed alle sofisticate intelligenze artificiali, alieno agli algoritmi e alle reti informatiche che invadono, sempre più, la nostra quotidianità.

Non è un amore immediato, non è un amore liquido, non è un amore cibernetico, non è un amore democratico, non è un amore breve e transitorio, come lo sono, spesso, i rapporti odierni, basati soprattutto sulla convenienza, sul materialismo e sull’egocentrismo, ma è un amore che necessita delle sue fasi, dei suoi passaggi e delle sue metamorfosi, dei suoi momenti d’estasi e di decadenza, delle sue rovine e delle sue gemme preziose. Un amore ostico che non può diventare un altro prodotto da bramare, da acquistare, da consumare o poi gettare via. Esso è ingovernabile, è imprevedibile, talvolta è persino ingiusto; può soffiare, con forza, nelle vele delle nostre navi e spingerle lontano, al largo di quelli che sono i nostri soliti sospetti e le solite tossiche certezze, ma, allo stesso tempo, potrebbe anche trasformarsi in una prigione, in una nave intrappolata in una secca di colpe e di rimorsi, che, per quanto dolorosa e conflittuale, rappresenta, comunque, un momento fondamentale di riflessione, nel quale interrogarsi, chiedere, ricordare, maledire e, soprattutto, avere il coraggio di fare una sana, consapevole e liberatoria auto-critica.

In tal senso, queste dodici canzoni sono sia l’esaltazione della vita vissuta, quella che scorre al di fuori degli schemi precostituiti, delle regole imposte e dei programmi che manipolano la verità, sia la rivendicazione delle nostre passioni, anche quelle più assurde, di quel vento che nasce dal nostro subconscio e che ci spinge a essere sempre diversi, a progredire, a conoscere, a crescere, a donare ciò che di più bello e significativo custodiamo dentro di noi.

Questo amore, dunque, è una scelta di vita, una scelta che possa renderci meno soli e meno indifferenti; noi, in fondo, non siamo macchine, non siamo esseri inanimati che si nutrono solamente di dati e di informazioni, noi abbiamo il bisogno di provare, sulla nostra stessa pelle, nella nostra stessa carne, le emozioni, i sentimenti, gli stati d’animo, i pensieri, gli istinti che hanno determinato quelle azioni e quei comportamenti dai quali sono derivati, successivamente, dati ed informazioni. Questo è l’unico modo per oltrepassare gli argini immobili di inconsistenza che impediscono alla nostra fantasia di percorrere le folli narrazioni che elevano la nostra anima e che ci avvicinano gli uni agli altri, rendendo, ogni singolo giorno, un luogo meraviglioso in cui scoprire ed essere scoperti, nutrirsi e nutrire, al di là di quello che è solo il banale, ripetitivo e meccanico sfamarsi dei cani.  

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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