venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

The Hard Rain Collective EP, Kronos Quartet

E una forte pioggia cadrà.

Una pioggia di menzogne e disinformazione, alimentata da media sempre più invasivi, persuasivi, totalizzanti. Una pioggia che ci convincerà che ogni decisione presa “dall’alto” sia la più giusta, la più razionale, la più sicura. Anche quando si tratterà di premere quel fatidico pulsante, quello che potrebbe dare inizio all’ultima guerra dell’umanità, e con essa alla fine della vita su questo pianeta. Almeno per come l’abbiamo conosciuta, amata, violata, tradita.

Dall’ultimatum di Berlino alla crisi dei missili cubani, dalla Guerra Fredda alla folle corsa agli armamenti, fino ai giorni nostri: la guerra in Medio Oriente, il conflitto in Ucraina, le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. Tutto grida che il mondo non ha mai smesso di vivere sull’orlo del baratro. La stanza è piena di uomini dai martelli insanguinati. Quel sangue è il sangue dei più deboli: dei civili in fuga, delle donne, degli anziani, degli infermi, dei bambini, delle famiglie intere sterminate per errore, per calcolo, per profitto. Creature che si accalcavano in coda per un sorso d’acqua pulita, per un pugno di riso, per un po’ di silenzio, mentre noi, comodamente rintanati nei nostri salotti, ci arrendiamo a discussioni sterili, ideologiche, colluse. Ragionamenti che finiscono, alla fine, per servire soltanto gli interessi di coloro che, sulle guerre, costruiscono potere, ricchezze, sostegno, consenso.

Il 16 luglio 2025 ha segnato l’ottantesimo anniversario del Trinity Test, la prima detonazione di un’arma nucleare nel deserto del New Mexico. Un anniversario carico di presagi, a cui il Kronos Quartet, con una folta schiera di collaboratori (da Iggy Pop a Tom Morello, da Charlotte Gainsbourg a Laurie Anderson, da Ringo Starr agli Sleaford Mods), ha risposto con un progetto tanto potente quanto necessario: una nuova interpretazione del celebre brano di Bob Dylan “A Hard Rain’s A-Gonna Fall”, che accompagna, come una liturgia profana, un flusso visivo di immagini quotidiane di guerra, di disumanità e di disperazione.

È un’opera che non si limita a commuovere, ma squarcia. Una crepa gigantesca attraverso cui osservare un futuro possibile, fatto di silenzio radioattivo, di paesaggi senza voce, di civiltà implose. Un’opera che suona come un allarme. Un richiamo urgente a prendere posizione, a riscoprire il significato della partecipazione, della critica, del dissenso costruttivo. Perché agire oggi — con il voto, con la parola, con l’impegno — può ancora fare la differenza. Pace, in questo contesto, non è una parola retorica. È disarmo. È equità nella gestione delle risorse del pianeta. È rispetto delle differenze culturali. È diplomazia, pressione economica e sociale verso soluzioni condivise, che non favoriscano solamente le nazioni alleate o gli interessi strategici del momento.

Altrimenti, il nostro destino sarà quello tratteggiato da Cormac McCarthy: una lunga strada senza ritorno, che non porta verso la salvezza, ma verso un orizzonte senza luce, dove la civiltà umana è solo un ricordo e il futuro un deserto di cenere.

È una strada dove i bambini vengono braccati come prede, dove l’acqua è veleno, dove il sole è una macchia opaca nel cielo tossico.

Una strada dove non contano più le parole, né le idee, ma solamente le lame, i bastoni, le vecchie pistole arrugginite.

Una strada disseminata di diamanti, di lingotti, di banconote, oggetti preziosi diventati inutili, privi di senso.

E in fondo a questa strada — in cima a quell’ultimo crinale — non c’è né Dio, né redenzione, né salvezza, ma solamente la pioggia dura evocata da Bob Dylan: una pioggia nera, che non lava e che non consola.

Una pioggia che ci attraversa le ossa con la sua freddezza, che ci scava dentro con la sua oscurità, che ci terrorizza con la sua carezza di morte.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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