Camilla Sparksss abita un universo elettronico in perenne metamorfosi, un territorio cangiante che sfugge a limiti, definizioni e categorie. La sua musica non si lascia mai catturare da etichette: è un processo continuo di destrutturazione e di rifondazione, una corrente che scava e ridefinisce nuovi spazi emotivi e sonori. “ICU RUN”, il suo nuovo album, è un viaggio che non accetta confini, ma che si reinventa a ogni battito, a ogni frattura trasformata in energia creativa.
Le trame coldwave che costruisce – ballabili, ipnotiche, seducenti – possiedono la forza di attraversare intatte qualsiasi crisi, moda o deriva culturale. Sopravvivono perché respirano, al tempo stesso, realtà e immaginazione, giorni convulsi e notti caleidoscopiche, sperimentazione radicale e pulsazioni oscure. Non hanno bisogno di appoggiarsi
a un canone esterno, ma si bastano da sole, edificano il proprio linguaggio, generano un immaginario pop sintetico che si oppone al disorientamento liquido del nostro presente, al torpore digitale e ai veleni virtuali che corrodono i nostri comportamenti quotidiani.
Dentro l’universo di Camilla Sparksss non c’è spazio per la violenza: che sia tecnologica, verbale, politica, criminale o materiale, essa non trova mai varchi in cui infiltrarsi. La sua musica è barriera naturale e, contemporaneamente, liberazione. “ICU RUN” procede con passo deciso, incalzante, eppure sa anche concedersi aperture melodiche, momenti di respiro e di riflessione. È un disco che demolisce l’ansia malinconica non per disperdere, ma per ricostruire; è un invito a rialzarsi, a non piegarsi alle emozioni prefabbricate che ci vengono vendute come un pacchetto conveniente.
I beat elettronici qui divergono, si fanno ruvidi, taglienti, provocatori ed adottano un’attitudine post-punk che ne esalta l’urgenza e il carattere. È un gesto di rifiuto dell’ovvio e della passività, un’esortazione a riscoprire il sentimento vero, la passione senza vergogna, l’irruenza positiva che ci riconnette alla vita pulsante del mondo. È un disco che invita a ridere, a viaggiare, a scegliere con coscienza, ad amare con rispetto, a guardare la natura e le sue innumerevoli trasformazioni senza la lente deformante che altri hanno costruito, pubblicizzato ed imposto come unica possibile visione.
In questo senso, “ICU RUN” è musica politica e poetica insieme, un manifesto che ci ricorda come la musica possa ancora abbattere i muri del controllo, rifiutare le gabbie dell’apatia e restituire, alla nostra quotidianità, la forza del desiderio, della scoperta, della libertà.


























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