giovedì, Dicembre 18, 2025
Il Parco Paranoico

Stranger Things: Tempo Scaduto, This Is Radio Clash

La realtà incombe, reclama spazio, pretende di essere guardata negli occhi. Non è più possibile restare confinati in una dimensione fantastica, per quanto suggestiva e rassicurante, come quella di “Stranger Things” o di “Dungeons & Dragons”. Il rifugio dell’immaginazione, che, per un momento, aveva tenuto lontana l’apocalisse, ora si incrina. I ragazzini che, un tempo, sconfiggevano mostri e salvavano il mondo, mentre gli adulti di Hawkins — e di qualsiasi altra periferia occidentale — restavano intrappolati in vite identiche, seriali, governate da una vera e oppressiva mente alveare, conformista e liberista, sono, inevitabilmente, cresciuti.

Hanno appeso al chiodo mantelli magici e dadi, hanno abbandonato le bici e i boschi, e si ritrovano a fare i conti con lo stesso schema spietato che ingabbia tutti: promesse tradite, ansie croniche, precarietà economica, scarsa considerazione, sospetto reciproco, paure ancestrali. Un meccanismo che ci spinge a rintanarci nelle nostre comode, compiacenti e meschine scatole di alienazione ed egoismo, convinti che basti chiudere la porta di casa per restare al sicuro.

Intanto gli anni Ottanta finiscono davvero. I Clash — “the only band that matters” — si dissolvono tragicamente. Le politiche reazionarie si rafforzano, i nuovi assetti geopolitici prendono forma, e il mondo reale diventa più feroce di qualsiasi creatura del Sottosopra. I ragazzi dell’Indiana, ormai adulti, scoprono che i veri Vecna non arrivano da un’altra dimensione: sono in carne e ossa, si nascondono tra amici, colleghi, partner, familiari. Parlano con voce normale, indossano giacche rispettabili, citano leggi, dogmi, tradizioni.

Ma lo show deve continuare. Prima della fine, serve un ultimo slancio. Un’ultima battaglia simbolica tra il Bene e il Male. E così “Stranger Things” sceglie di trasformare la sua prima vittima — quel bambino fragile, silenzioso, spesso assente — in qualcosa di radicalmente politico. Will, ex mago, non incarna un banale “sii te stesso” da poster motivazionale. Il suo è un viaggio duro, orgoglioso, diretto. È la presa di coscienza della propria forza, identità, sensibilità. Un pugno nello stomaco a chi sogna una società fondata su maschilismo, paternalismo, conformismo e bigottismo.

Una visione che il mondo reale è ancora lontanissimo dal superare. Tra vecchie e nuove teocrazie, idee padronali dell’amore, violenze sessiste, assolutismi morali e sciocchezze elevate a verità eterne solamente perché scritte migliaia di anni fa. Parole che, oggi, dovrebbero essere almeno rilette, riconsiderate, attualizzate, messe in discussione alla luce di secoli di studio, di ricerca, di progresso. Ma molti esseri umani — per tornaconto, o paura, o convenienza — preferiscono restare nelle grotte dell’ignoranza e della forza bruta.

Viviamo così in un Sottosopra reale: un mondo di menti manipolabili, controllabili e sottomesse, addestrate ad obbedire, a non fare domande, a seguire regole assurde, imposte da autorità militari, religiose, politiche, economiche e finanziarie. Un mondo in cui chi non si conforma, chi disobbedisce, chi ama in modo “sbagliato”, chi esprime idee, emozioni o sentimenti differenti, viene isolato, marginalizzato, e in molte parti del pianeta arrestato, processato, punito, ammazzato.

E allora sì, oggi avremmo davvero bisogno di una radio libera. Una radio come quella di Robin. Una radio che ricordi che prendersi cura gli uni degli altri è un atto politico. Che la verità dei fatti conta. Che non bisogna sprofondare nell’abisso delle credenze cieche. Che conoscere è l’unico modo per spezzare le catene. Una radio che, come facevano i Clash, urli ancora una cosa semplicissima e necessaria: “Know Your Rights”.

Perché il mondo non è libero. E fingere che lo sia è il primo trucco del Sottosopra.

 

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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