giovedì, Aprile 18, 2024
Il Parco Paranoico

“A gift from me to you in turbulent times”, She Makes War

Un regalo da parte mia in questi tempi turbolenti“: “Disarm” (2010), “Little Battles” (2012), “Disarm 15” (2015), “Direction Of Travel” (2016), “Brace For Impact” (2018). Laura Kidd ha deciso di pubblicare le versioni strumentali di questi suoi lavori: tutta la sua essenza sonora e non solo. Certo, senza l’apporto energico ed infuocato della sua voce suadente, delle sue storie di vita vissuta, dei suoi espliciti e diretti messaggi politici e sociali, è tutta un’altra cosa, ma è comunque interessante ascoltare questi dischi anche in questa loro differente veste. Una veste che consente di percepire ancora meglio le sfumature della sua musica; una veste che esalta i passaggi più oscuri e quelli più melodici, i momenti più meditativi e quelli più rumorosi, mostrando le svariate sonorità che She Makes War elabora ed amalgama, in base a quella che è la sua sensibilità, in un unico appassionato collage. Pop psichedelico dall’intenso sapore anni Sessanta, accattivanti malinconie britpop, esplosioni soniche di matrice grunge, paesaggi elettronici che fanno da contraltare, con i loro suoni sintetici ed artificiali, all’umanità concentrata tra le sottili corde del suo ukulele.

Non ci sono più le sue parole, non ci sono più quei versi carichi d’intensità e di impegno civile che sferzano i nostri sensi addormentati e che hanno l’obiettivo di scarnificare le nostre coscienze stanche e demoralizzate da tutte le superficiali ed inutili menzogne che hanno attorno e che impediscono loro di respirare e connettersi alla realtà del mondo. Arroganza e bugie che rendono comode le nostre esistenze, liberandoci dalle scelte più difficili, ma che hanno un prezzo enorme in termini di empatia e capacità di ascoltare il prossimo, di andare oltre le apparenze materiali, di cogliere tutte quelle diverse sfumature e bellezze che una società fondata sull’omologazione vorrebbe distruggere e cancellare per sempre.

Laura Kidd – con queste versioni strumentali delle sue canzoni – che io consiglio di ascoltare solamente dopo aver ascoltato gli album nella loro forma originaria – sacrifica le sue stesse parole per darci la possibilità di ascoltare il suono della nostra voce e dei nostri sentimenti. Cosa abbiamo da dire? Cosa proviamo? Siamo felici? Ci sentiamo appagati? Riusciremo a far emergere i nostri pensieri, affrancandoli dall’opprimente propaganda che li tiene in soggezione e li zittisce?

Se finora abbiamo pensato che le nostre esistenze digitali fossero vere esistenze, questo è il momento di avere dei dubbi, di fermarsi a riflettere, di prendersi tutto il tempo necessario a sviluppare le proprie autonome idee riguardo tutto quello che, normalmente, abbiamo attorno e diamo per scontato. Proprio come fa Laura, “poetessa analogica” che ci sbatte in faccia l’amore e le innumerevoli perdite che affronteremo; i problemi quotidiani e la necessità di ritrovare fiducia in sé stessi; i nostri corpi che il tempo indebolisce, invecchia, deforma, ma che rende più puri, più consapevoli, più lucidi nel dare un senso ed uno scopo anche alle sofferenze ed al dolore, sia quello spirituale, che quello fisico. È un viaggio difficile e complicato, ma è un viaggio che vale la pena compiere, indipendentemente da quanto siano turbolenti i tempi che stiamo vivendo.      

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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