venerdì, Aprile 19, 2024
Il Parco Paranoico

Psychedelia in Times of Turbulence, Hayvanlar Alemi

La band di Ankara, con questo album strumentale registrato in Italia, pone, decisamente, l’accento sulle sonorità più tenebrose e psichedeliche del proprio repertorio. Gli elementi di matrice folk-rock, le suggestioni e le sfumature orientali, i paesaggi selvaggi nei quali la mano dell’uomo non ha ancora impresso il suo caotico e spesso distruttivo marchio, sono ancora vivi e presenti, ma restano sullo sfondo, vengono rallentati e diluiti all’interno di un magma sonoro che emerge dalle crepe dei tempi moderni, così frenetici e così estranianti.

Infatti, in una totale assenza di ideali e riferimenti certi, è come se vivessimo al di fuori di noi stessi, sballottati in una direzione o nell’altra, senza avere la minima consapevolezza di ciò che sta accadendo attorno a noi, di ciò che sta avvenendo nel mondo e soprattutto incapaci a distinguere il vero dal falso in un turbinio di notizie ed informazioni che provengono da ogni dove e che, spesso, sono create ad arte per confonderci, impaurirci, condizionarci o impressionarci. Gli orizzonti di “News of the World”, di conseguenza, diventano sempre più tetri, le aperture suadenti e melodiche di stampo prog-rock che guardavano agli anni Settanta si trasformano nelle atmosfere drammatiche di “Referendum Day”, che danno corpo al malessere di fondo, agli incubi, al buio che incombe sulle nostre vite. 

Musicalmente questa inquietudine interiore rallenta il ritmo cardiaco, cattura il flusso dei nostri pensieri; vi è come il presentimento che debba accadere qualcosa di tremendo ed irreversibile, mentre i singoli accordi si fanno sempre più fatali e rimbalzano da un angolo all’altro della stanza. “Kukonmaz MMXVII” tenta di rasserenare i nostri sensi con le melodie e le armonie di un passato folkeggiante. Ma ben presto le chitarre tornano a dare profondità e mistero alla narrazione, facendoci cadere in una cripta di effetti distorti e riff metallici che guardano al doom ed al desert rock, dimenticando ogni interludio jazzistico iniziale, e che nella finale “Swans of St. Aarus” prendono il sopravvento su tutto il resto, lasciandoci sì sull’orlo del baratro, ma con la consapevolezza che la scelta adesso è solo nostra.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.