domenica, Dicembre 14, 2025
Il Parco Paranoico

I’m Not Sorry I Was Just Being Me, King Hannah

Nostalgie smorzate, melodie profonde, ombre minacciose, una voce ipnotica che sgretola l’oscurità e ci mostra la realtà per quello che è, cruda e seducente. Tutto ciò viene fatto con la giusta dose d’ironia, con la giusta dose di malinconia, con la giusta dose di disagio e di preoccupazione, ma senza mai perdere di vista una fresca, pulita e lucente onestà di fondo.

Le canzoni, intanto, si liberano di tutto ciò che è superficiale ed opprimente, diventando più coincise e minimali, apparentemente avvolte in un velo di tristezza, ma distanti anni luce dalla ricerca di vana auto-commiserazione o inutile auto-assoluzione, anzi desiderose di far emergere e trasmettere agli ascoltatori la luce preziosa che esse sanno di celare dentro di sé. Ma non è una luce scontata, non è una luce dovuta a chiunque, non è una luce a buon mercato; di conseguenza, essa richiede uno slancio emotivo, una comunione di idee e di sentimenti, una indispensabile e faticosa sintonia tra le parti, nonché la volontà di trovare quell’equilibrio tagliente nel quale il dolore o l’amarezza possono trasformarsi in un sottile sorriso.

Non ci sono fughe, ma sogni sì. Sogni che sono sonorità vissute, come se si trattasse di un fuoco che continua a vivere, nonostante il tempo trascorso, sotto la cenere delle epoche e delle mode. Sembra essere così fragile, così debole, così vulnerabile, ma, invece, la sua potenza espressiva, la sua micidiale forza comunicativa, la bellezza dei suoi echi e dei suoi riverberi, trascende le parole, trascende gli schemi critici, trascende i dischi nei quali tutto ciò era stato inciso ed arriva ad avvolgere “I’m Not Sorry, I Was Just Being Me”, come se si trattasse di una tempesta elettrica carica di trame psych-blues, di morbide divagazioni indie-folk, di luccicanti gemme di matrice trip-hop.

L’abilità dei King Hannah è dare continuità alla storia, renderla fluida e soprattutto rinnovarla alla luce di quelle che sono le loro personali narrazioni musicali ed esistenziali: un pezzo di luna, le strade notturne di Liverpool, un’auto che sfreccia lungo una striscia d’asfalto in pieno deserto, un vecchio affascinante cinema, un tempo nel quale le bambine potevano giocare pacificamente all’aria aperta, prima che queste mortali nubi di guerra e malattia si addensassero all’orizzonte.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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