domenica, Dicembre 14, 2025
Il Parco Paranoico

Mana, Lili Refrain

Mik Brigante Sanseverino Aprile 22, 2022 Dischi Nessun commento su Mana, Lili Refrain

Il sole-sciamano è un sole nero, le sue fiamme oscure ardono di sonorità metalliche, psichedeliche e claustrofobiche, mentre, esso, sospinto dal soffio impetuoso dei nove brani di “Mana”, appare sempre più minaccioso e prossimo alla Terra, a quello schianto che darà inizio ad una apocalisse nucleare che annienterà, nell’indifferenza delle forze misteriose che governano l’universo, la nostra sciagurata specie. “Kyouku” assume la consistenza di un canto epico e ancestrale, le cui trame catturano ogni nostro pensiero e ogni nostra emozione, prima che “Ichor” e “Sangoma”, la luce più accecante e il buio più viscerale, ci mostrino come, spesso, la salvezza e la dannazione, la virtù ed il peccato, il paradiso e l’inferno, non siano altro che le due facce della medesima luna.

Lili Refrain libera, oltrepassando qualsiasi barriera linguistica, sociale e politica, gli istinti passionali che si nascondono nei meandri delle nostre coscienze, laddove il materialismo tecnologico del mondo moderno non può intaccare la loro energia mistica, pura e primordiale, la stessa energia che ritroviamo nella voce incantevole e spietata di una sirena, nelle onde del mare, negli anfratti ignoti della notte, nel crepitio del fuoco, in ogni sussurro degli spiriti della natura. Tutto ciò si trasforma, anche grazie al tocco cosmico dei sintetizzatori, in una musica capace di amplificare la bellezza presente in qualsiasi opera del Creato – esseri umani compresi – ma anche la loro innata pericolosità, la loro essenza brutale, selvaggia, tragica e irrazionale. Ecco, dunque, che, da un lato, si erge, nel materialismo blasfemo, egoista e assolutista dei tempi moderni, il canto tribale dell’artista italiana, le sue sovrapposizioni strumentali e verbali, analogiche e digitali, mentre, dall’altro, in opposizione di fase, c’è il caos, che, richiamando le ombre più voraci e violente del nostro recente passato, vuole realizzare il suo sogno auto-distruttivo, annichilendo l’intero pianeta, ogni forma di vita e cancellando, per sempre, il contenuto divino e sacrale celato nei rapporti umani, siano essi riconducibili alla famiglia, all’amicizia o all’amore.  

Queste ombre bramano solo il vuoto, “Mami Wata” ci accompagna, lenta e suadente, saturando ogni nostro ricordo, verso il baratro dell’eternità, dove il tempo e lo spazio divengono un’unica cosa, una sola idea infinita e ogni nostro sentimento, nel bene e nel male, viene amplificato a dismisura, permettendoci di concepire una nuova destinazione, una nuova casa o radendo al suolo, in modo irrimediabile, spinti dalle peggiori pulsioni, sotto una pioggia di missili e di bombe, sotto i cingoli pesanti dei carrarmati o lo sguardo artificiale di droni, satelliti e aerei-spia, quella che è la nostra attuale casa.

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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