martedì, Marzo 19, 2024
Il Parco Paranoico

III, Fvzz Popvli

Mik Brigante Sanseverino Aprile 12, 2023 Dischi Nessun commento su III, Fvzz Popvli

Un panorama fuligginoso, l’assenza della vita animale, una natura incapace di produrre i propri frutti, una enorme e lugubre distesa, abbandonata a sé stessa, di macerie industriali, di detriti elettronici e di carcasse metalliche di vecchie auto abbandonate. E magari sul parabrezza di una di queste auto un messaggio semplice e diretto: “FVUZZ POPVLI III”.  

Un paesaggio che potrebbe essere uscito da “La Strada” di Cormac McCarthy, un disco capace di dargli una consistenza musicale inquietante e distorta, talmente brutale da divorare ogni singolo ascoltatore, mentre le trame psych-rock tentano di sfuggire ad una spietata spirale punk post-apocalittica che riduce a brandelli ogni forma di precaria sicurezza e finta bellezza sulla quale abbiamo costruito la nostra versione perbenista, rabbiosa, materialista e politicamente narcotizzante di società.

Un cielo ed una terra che sono, irrimediabilmente, avvelenati, senza più alcuna speranza di salvezza, tant’è vero che noi stessi tentiamo di evadere spingendo, ciò che rimane della nostra fantasia, verso i meandri inesplorati dell’universo, mescolando sonorità space e garage rock acide, grezze e blueseggianti, il cui obiettivo dovrebbe essere quello di mantenerci in vita. Ma ne vale ancora la pena? Non sarebbe più facile lasciarsi piegarsi alla solitudine, al silenzio e all’isolamento? Magari fissare, per sempre, l’abisso delle proprie paure?

La band italiana è reduce, come tutti noi, dalle difficoltà e dalle contraddizioni della recente crisi pandemica globale che, soprattutto qui in Italia, ha evidenziato il peggio dell’incapacità, dell’inefficacia e dell’ipocrisia che contraddistinguono la classe politica. Tutto ciò si riversa, musicalmente, in un percorso travagliato, oscuro e opprimente, nel quale le tonalità crepuscolari, le scale di grigi, il pallore malsano di giorni perennemente immobili accompagnano i nostri pensieri e i nostri sentimenti. Vaghiamo tra i rottami di un mondo morente, incontriamo esseri disumani infidi e bramosi di sfamarsi dei propri simili e come i protagonisti di un romanzo ci chiediamo se siamo ancora i buoni, se abbia ancora importanza considerarsi, emozionarsi, suonare, vivere ed agire come tali. Ma se siamo arrivati fin qui, seguendo questi otto brani, la risposta non può che essere una ed una soltanto.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.