venerdì, Dicembre 5, 2025
Il Parco Paranoico

Death Hilarious, Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs

Un album crudo, viscerale e distorto; un album che dà voce a tutte le nostre maniacali e contorte angosce e preoccupazioni nei confronti del tempo, che, come un vento inarrestabile travolge ogni nostra speranza, ma anche tutte quelle che pensavamo fossero le nostre certezze ed i nostri rifugi.

Le atmosfere caotiche, dissonanti e veementi della band inglese guardano, con amara nostalgia, all’alternative-rock degli anni Novanta, ma nonostante le tempeste stridenti e gli improvvisi cambi di ritmo, sono assolutamente consapevoli di dover fare i conti con il nostro traumatico presente; un presente che mal sopportiamo, un presente disfunzionale, un presente colpevole, un presente delittuoso, un presente che i Pigs x 7 rappresentano con suoni ovattati, remoti, grezzi, grevi e volutamente soffocanti, perché, in fondo, è proprio questa la condizione in cui sono costrette a sopravvivere tantissime persone in questo sciagurato mondo moderno.

Un mondo talmente cattivo, ostile, selvaggio e brutale, al quale, sin dall’incipit “Blockage”, è preferibile persino il freddo abbraccio della terra, il buio eterno della notte, la consapevolezza catartica di non dover confrontarsi, nuovamente, con i suoi ritmi tossici, con le sue vili menzogne, con le sue oscene ipocrisie e, soprattutto, con tutte quelle teorie stereotipate con cui pretendiamo di fornire alibi e giustificazioni a qualsiasi nefandezza, a qualsiasi torto e a qualsiasi ingiustizia, purché a commetterla sia il più forte, il più ricco, il più potente.

Il metallo sonoro evolve continuamente nella forma e nella sostanza, attraversa prospettive ed orizzonti di inattesa matrice glam-rock, divaga nelle ipersoniche dimensioni trash degli anni Ottanta, ripiomba, dolente e afflitto, nell’inferno doom, richiamando, parallelamente, gli eroi della psichedelia più massiccia, robusta e magmatica, così da poter sfoggiare un ammaliante groove a metà strada tra stoner-rock e sconfinamenti elettrici e blueseggianti di spessore e durezza sabbathiana. Ormai i dubbi hanno lasciato il posto ad una rabbia vorace, al sole magico e furente dei Kyuss, ad un intricato labirinto di pungente sarcasmo, di suoni fatali, di rivelazioni preziose e di fantasie pericolose che hanno il potere terapeutico di rammentarci che questa è la nostra vita e non appartiene a nessun altro.    

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About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

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