lunedì, Dicembre 15, 2025
Il Parco Paranoico

In Sicilia con Franco Battiato, Elvira Seminara

Nel 1994, in una Sicilia accesa dal fuoco antico dello scirocco, Giuni Russo e Franco Battiato intrecciavano i loro pensieri più intimi, domestici e solitari. Erano riflessioni sospese tra il quotidiano e l’eterno, che si scioglievano nell’afa di una domenica senza tregua, mentre l’aria vibrava di attese e di illusioni, ancora troppo premature, per diventare realtà. Cercavano una frescura che sembrava appartenere più al regno dell’immaginazione, che a quello dei sensi, una tregua momentanea nel calore bruciante di un’estate siciliana. Eppure, in quella sospensione, nell’attesa di un incontro, di un amore, di una passione forse solamente sognata, ogni cosa sembrava più viva, più preziosa, più vera di qualsiasi esperienza terrena. Il giardino che li circondava, complice e discreto, si fondeva con la luce di un’isola che, da secoli, accoglie, sfida e plasma civiltà e destini, crocevia di culture e di storie che si inseguono, si mescolano, si scontrano e si trasformano in quello che è un racconto collettivo senza tempo.

È in questa dimensione, dove l’umano si fa eterno e il contingente si sublima, dove i giardini sono galassie sospese, che Elvira Seminara ci conduce con il suo libro “In Sicilia con Franco Battiato”. Un viaggio delicato e assieme appassionato nei luoghi che hanno ispirato, custodito, sfiorato e persino provocato il cantautore siciliano.

Elvira Seminara ci prende per mano e ci guida per le strade di Catania, tra le piazze assolate e i vicoli nascosti, dove ogni angolo conserva un’eco di voce, una traccia di passato, una memoria non ancora spenta. E sempre, sopra ogni cosa, vigila lo sguardo, severo e inflessibile, del vulcano, ’a Muntagna, unica vera testimone di sciagure e di meraviglie, di innamoramenti improvvisi e di addii struggenti, di tutti gli scempi che gli uomini infliggono alla terra e delle sue resurrezioni inaspettate. L’Etna, presenza immobile eppure viva, osserva, infatti, da sempre, le umane follie: la brama di potere, la cupidigia travestita da progresso, la presunzione di ergersi sugli altri, perché erroneamente convinti di essere gli unici portatori di una verità assoluta, di una morale superiore, di un’idea che si vorrebbe eterna.

Eppure, ci ricorda Battiato — e Seminara ce lo restituisce con grazia e profondità — il vero stato naturale dell’uomo, l’unico nel quale potersi sentire compiuti, è quello della libertà. Libertà nei confronti dei propri sentimenti e delle proprie percezioni; libertà di essere nella vita e nella morte; libertà di comporre i propri pensieri e le proprie parole, di custodire, gelosamente, solitudini necessarie ed amori ormai sfioriti. Libertà di ripercorrere il cammino dei propri avi, dei propri miti e dei propri eroi, consapevoli che ogni sguardo è unico, ogni storia irripetibile, ogni luogo cangiante. E, soprattutto, che ogni testimonianza del passato è preziosa e va protetta, amata, rispettata, studiata.

Il libro è, dunque, un itinerario di luoghi e di memorie, ma anche di canzoni immortali che danno il titolo ai vari capitoli, suggerendo percorsi e accendendo visioni fantastiche. Ogni tappa è un invito a continuare questa danza di parole e di suoni, fino a giungere a quel dolcissimo abbraccio del nulla di cui parlava Battiato, a quel haiku di rugiada dove esperienze, conflitti ed intemperanze umane si dissolvono per diventare, finalmente, un’unica cosa, un’unica pace.

Alla fine del viaggio, giunti all’ultima pagina, non ci sarà una conclusione, ma l’inizio splendente di un nuovo sentiero. Proprio come accade con le canzoni di certi dischi senza tempo, brani che sanno rinnovarsi ad ogni ascolto e che ci chiedono di danzare ancora ed ancora, in questo eterno ritorno di luoghi, di parole, di volti, di voci e di visioni.

Ed intanto, nella notte siciliana, il vulcano si accende come una lanterna viva. Dai crateri, la lava fluisce verso il mare e tinge di rosso l’orizzonte, mentre le case di Catania restano sospese tra ombra e chiarore, testimoni silenziose di una potenza antica. Un notturno di fuoco e di mistero che riecheggia il canto di Franco Battiato: una luce che sfida l’oscurità, un attimo sospeso dove il pensiero diventa un’immagine eterna.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino è poeta, scrittore e ingegnere elettronico. Creatore della webzine di approfondimento musicale Paranoid Park (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine IndieForBunnies (www.indieforbunnies.com), intreccia analisi critica e sensibilità letteraria in uno sguardo che attraversa musica, poesia e cultura contemporanea. Nel 2025 ha pubblicato la raccolta di poesie "Poesie Senza Parole: Cartografie Di Un Lato Nascosto", opera che esplora le zone d’ombra e le risonanze interiori del vivere. Nel 2025 ha pubblicato l'antologia "Cronache Dal Parco Paranoico: Canzoni, Visioni e Futuri Mai Nati", articoli tratti dalla webzine Paranoid Park che ripercorrono il nostro cammino dalla fine della pandemia ad oggi. Inoltre: "Ultravioletto: Riedizione Fluida" e "Frammenti Di Tempesta: Riedizione Fluida"

Comments are closed.