venerdì, Aprile 19, 2024
Il Parco Paranoico

Light Figures, KICK

Mik Brigante Sanseverino Marzo 19, 2022 Dischi Nessun commento su Light Figures, KICK

“Light Figures” è un continuo divenire di atmosfere più grezze e spigolose e altre, invece, che sono più lisergiche e sognanti, sovrapponendo elementi sonori di matrice psichedelica, trip-hop e shoegaze, capaci di coniugare la dimensione esistenziale più calorosa, umana ed analogica con quella più fredda, sintetica e digitale, rappresentando, efficacemente, le dinamiche di conoscenza, di controllo e di potere che caratterizzano i tempi moderni.

Spesso, infatti, ci sentiamo oppressi, avvertiamo la presenza di invisibili tentacoli che ci costringono a compiere scelte che non sentiamo completamente nostre; è come se qualcosa di esterno e morboso si fosse incuneato nei nostri sentimenti e nei nostri pensieri più intimi, provocando stati emotivi del tutto artificiali e tali da influenzare le nostre azioni. Una leva astratta, ma penetrante, forte e prepotente, che non è detto sia fatta necessariamente di ansia, diffidenza o paura; a volte sono proprio il bisogno di sicurezza, d’amore, di pace o di libertà, per quanto plasmati in un mondo finto e virtuale, a determinare i nostri comportamenti e influire sulle nostre percezioni della realtà.

“Rubberlover”, nella sua dinamica di chiaroscuri, alla ricerca di trepidante ed appagante amore, si muove su quella sottile e pericolosa linea che divide, appunto, la realtà e la finzione, la verità e la menzogna, il bene e il male, esercitando, su ciascuno di noi, una pressione tale da avvilirci e fare in modo che, sovente, siano altre forze, magari sfruttando tutto ciò che ci viene offerto dalla tecnologia e dal progresso scientifico, a decidere per noi, trasformando necessità naturali in egoistici, assurdi e bramosi slanci passionali e mettendo a soqquadro il nostro piccolo mondo.

Da qui emergono le armonie più torbide e deviate di “Last Figures”, quelle con le quali i KICK cercano di raffigurare, musicalmente, tutta l’alienazione, il vuoto, il senso di abbandono e le desolanti fobie che strisciano dentro di noi, rendendoci sempre più soli e spaventati e, di conseguenza, facilmente impressionabili e controllabili, prigionieri, per sempre, di quel lato oscuro fatto di populismo e propaganda, di sovranismo e violenza, di guerre e atrocità disumane, mentre le sonorità vibranti, fantasiose, sghembe e incisive di “Sirens Never Sleep” accompagnano, sarcasticamente, questo estraniante incubo ad occhi aperti.

Possiamo rompere questo schema ricorrente? Possiamo avere un’alternativa costruttiva? Il crudo e veemente realismo di “Setting Tina” può tramutarsi nelle atmosfere suadenti e bucoliche di “Viole”? Sapremo orientarci tra le loro trame, ritrovare la delicata pacatezza di “Eleven”, l’energica consapevolezza di “24-Hour Delivery Club” e soprattutto la strada conclusiva verso una casa, “Atlantide”, più solidale, più eco-sostenibile, più giusta, più umana?      

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.