sabato, Ottobre 5, 2024
Il Parco Paranoico

Steady, Hyperdawn

Mik Brigante Sanseverino Novembre 26, 2023 Dischi Nessun commento su Steady, Hyperdawn

Le forme espressive del secolo scorso si sono disciolte, il pop ed il rock si sono, dapprima, liquefatti e, successivamente, si sono vaporizzati, mescolandosi, amalgamandosi e, soprattutto, dando forma a nubi dalla composizione chimica, sensoriale, percettiva, strumentale, melodica e verbale eterogenea. La stessa cosa, in fondo, avviene anche nel tessuto urbano delle nostre evolute metropoli, laddove esseri sconosciuti e apparentemente indaffarati, interagiscono tra loro, a volte in maniera costruttiva, altre volte in modo distruttivo, avvicinandosi ed allontanandosi continuamente, ma mostrando, sempre, una forte volontà a ricercare, ad evolvere, ad emozionarsi, a sfuggire a qualsiasi definizione.

“Steady” da voce al loro coraggio, quello di tutti coloro che si oppongono, con le loro piccole e grandi scelte, alla staticità praticata dalle eminenze oscure che bramano solamente avere il controllo delle nostre esistenze. Questi dieci brani oscillano, dunque, tra caos ed ordine, tra abbandono e speranza, tra libertà e compromesso, tentando di dare una consistenza ed una forma sonora nuova alle proprie trame elettroniche e re-immaginando, contemporaneamente, costruzioni musicali, verbali ed espressive diverse, capaci di scoprire quelli che saranno i nuovi territori estetici, politici, sociali e filosofici nei quali plasmare il pop ed il rock, il dub e l’ambient del nuovo millennio. Una musica sconosciuta, una musica che potesse contenere barlumi improvvisi di passato in un background completamente alternativo, quasi irreale, onirico e, allo stesso tempo, crudo e graffiante, perché, in fondo, nonostante la grandiosità tecnologica acquisita, i fantasmi che minacciano la nostra serenità e la nostra armonia sono sempre gli stessi.

C’è, dunque, una certa dose di inquietudine che si insinua nelle ricerche sonore degli Hyperdawn, un’intersezione dinamica di tempi e di spazi differenti, punti nei quali si contrappongono melodie e rumore, luce ed ombra, linearità e circolarità, ciò che è vero e reale e ciò che, invece, è solamente il frutto nocivo e contorto delle nostre paure. Ogni cosa, però, è destrutturata e utilizzata per provocare, invocare e definire quegli accattivanti cambi ritmici, di timbro e di prospettiva, estranei, rispetto a quella che è la normale forma canzone strofa-ritornello, che conducono, però, il disco verso il congedo finale, l’ominima “Steady”, lisergica, misteriosa ed essenziale. 

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.