venerdì, Aprile 19, 2024
Il Parco Paranoico

La Parata di Halloween

Mik Brigante Sanseverino Novembre 1, 2018 Playlist Nessun commento su La Parata di Halloween

Non siamo affatto cattivi, è solo che non riusciamo a prender sonno ed allora pensiamo a storie di carne e di ferro, con cieli plumbei e strade desolate; storie in cui gli ultimi romantici bramano i loro gloriosi congedi finali (“Halloween Theme”, John Carpenter). I titoli di coda per quelle mostruose creature che hanno il nome di Produzione di Massa e Pensiero Controllato; i titoli di coda per quelle eminenze grigie che girano con i loro bei libri del “cosa dire” e “cosa fare”; non sono altro che vampiri e vorrebbero succhiarvi ogni emozione (“Dracula”, Gorillaz).

Diverrete fantasmi che mormorano dei loro giorni spensierati: quello buono e quello cattivo, quello dolce e  quello amaro; la verità sarà solo una maschera gelida e niente di più (“Halloween”, Siouxsie and The Banshees). Sarà un nome candido, un luogo ameno, un ricordo puro, da distendere inerme su un sudario di velluto nero; nero come la notte più lunga dell’anno; nero come le profondità degli occhi di un uomo solo (“Bela Lugosi’s Dead”, Bauhaus).

Ed intanto che abbia inizio la nostra parata lungo le strade della città: Cenerentole con le loro borchie ed i loro mantelli sfilano accanto a pazzi ed assassini; a Emrata e Bruce Wayne, ad un coniglio tutto bianco e ad un cow-boy con le sue belle pistole d’argento (“Halloween Parade”, Lou Reed). Lui dà la caccia a quel lupo mannaro che gira completamente ubriaco, per i troppi vodka-tonic, con una Volkswagen del ‘72 e parcheggia, spesso, in seconda fila (“Werewolves Of London”, Warren Zevon).

Non so se sia tutto vero o è solo la visione distorta di una mente alienata, le bugie viaggiano su ali di pipistrello e trasformano i nostri giorni in minuscole gabbie insanguinate (“Sabbath Bloody Sabbath”, Black Sabbath). E gli altri, quelli sani, ci vengono a vedere, applaudono e ridono soddisfatti, sentendosi sicuri nelle loro villette familiari; tanto, adesso, tutti i maniaci e gli uomini spregevoli sono, finalmente, stati radunati e spostati altrove, in luoghi nei quali il lavoro nobilita e rende migliori (“Monsters, Maniacs, and Madmen”, Slash).

Certo, è davvero triste per loro, doversi vestire da pagliacci, esser costretti a mantenere allegra la gente, quando, invece, non vorrebbero fare altro che trovare una luna su cui sparire per sempre; ma non c’è più tempo, la gente deve divertirsi e soprattutto deve morire allegra (“This Is Halloween”, Marilyn Manson). Pensano di esser vivi, nelle loro file ordinate, mente sono intenti a produrre, e poi consumare; a consumare e poi crepare; gli ingranaggi della macchina non debbono mai incepparsi, ed è perciò necessario lubrificarli a dovere, col sangue e con l’amore, con le lacrime e con la rabbia (“Frankenstein”, Overkill).

Se non volete che vi prendano e vi impiantino i loro cavi ed i loro sensori nel cervello, fuggite via; armatevi di asce e coltelli, e quando le nuvole coprono il candore della luna e delle stelle, girate per le case, bussate ad ogni porta, strappate via quei marchingegni dallo loro zucche vuote (“Halloween”, Helloween). Fracassate e massacrate la quiete torbida di questi giorni tutti uguali; la febbre alta dei loro dogmi senza speranza, se non quella inutile di una pacca sulla spalla, di un segno meccanico con la mano, di un peccato inesistente da estirpare, di un povero Cristo da condannare, crocifiggere e poi glorificare (“Killers”, Iron Maiden).

Lei era sola in casa, con le sue assassine, le fobie di una bambina, i brividi di una donna; lei, che piangeva ed urlava spaventata, prigioniera dei suoi peggiori amici, non aveva più stanze in cui nascondersi, non aveva più porte da sbarrare (“Scary Monsters”, David Bowie). Ti salverà il rumore, ti salverà il miglior nemico, fanculo tutti i fiori, fanculo i fianchi stretti, fanculo il tuo castello che cade a pezzi (“Halloween”, Sonic Youth), fanculo i buoni conduttori, fanculo quello che dicono i tuoi dottori, fanculo alla vita, fanculo alla morte, fanculo al silenzio, fanculo alle parole; devi solo correre, se ti vuoi salvare (“Psycho Killer”, Talking Heads) dai serpenti paranoici che avvelenano i tuoi pensieri ed allora fanculo pure ai tuoi pensieri. Meglio esser feriti, che fingere di stare bene; meglio un giorno sull’orlo del baratro, che uno in un letto che sta bruciando (“Everyday Is Like Halloween”, Ministry).

Meglio la parata di Halloween.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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