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Il Parco Paranoico

This Is Nine Inch Nails

Mik Brigante Sanseverino Giugno 6, 2019 Playlist Nessun commento su This Is Nine Inch Nails

I Nine Inch Nails sono la creatura di Trent Reznor. Cambiano le persone, i musicisti, i produttori, ma restano le sue idee e le sue canzoni. Ho scelto dieci brani che ci consentissero di definire un percorso, iniziando dal rapporto di Trent – a volte distruttivo – con sé stesso e con il prossimo, per poi finire con la sua visione politica del mondo e della storia degli uomini.

TERRIBLE LIE

1989, da “Pretty Hate Machine”
Un uomo, quando non ha più speranze, si abbandona completamente al suo Dio; probabilmente si rende conto di essersi aggrappato a qualcosa di illogico, ma ha bisogno di credere, anche se si tratta di terribili bugie.

HEAD LIKE A HOLE

1989, da “Pretty Hate Machine”
Serviamo tutti, nolenti o volenti, un Dio: il Dio Denaro. È un Dio che non può essere né evitato, né distrutto, né ignorato. Ne abbiamo bisogno e siamo costretti a fare ciò che egli vuole. Di conseguenza è lui che ha il controllo: noi siamo solamente i suoi servi, l’unico modo per sottrarsi alla sua volontà è scegliere di scomparire.

THE FRAGILE

1999, da “The Fragile”
A volte, però, senti il bisogno di essere amato. La solitudine ti consuma dentro e senti il bisogno di entrare in connessione con qualcuno, anche se intorno a te è tutto così arido ed ostile. Forse ci inventiamo qualcuno o qualcosa da seguire: forse è per questo che lei non esiste, è per questo che lei scappa via; è così irreale, così irraggiungibile, così difficile da capire.

CLOSER TO GOD

1994, da “The Downward Spiral
Può accadere che la rabbia diventi il solo modo per sentirsi vivi; è un modo per chiedere aiuto, per cercare le risposte di cui abbiamo bisogno, la fede in qualcosa che potrebbe esserci di sollievo.

EVERY DAY IS EXACTLY THE SAME

2005, da “With Teeth”
Siamo sicuri di scegliere davvero qualcosa? Siamo sicuri di poter davvero cambiare qualcosa? Siamo sicuri di avere davvero un futuro? Scambiamo i nostri giorni tra loro, ci sentiamo perennemente osservati, perdiamo di vista i nostri sogni, crediamo di avere uno scopo, ma forse siamo solamente delle ruote di un ingranaggio di cui non siamo in grado di percepire la grandezza.

DEAD SOULS

1994, da “The Crow Original Motion Picture Soundtrack”
Quante volte abbiamo avuto l’impressione di rivivere un’esperienza che avevamo già fatto? Di essere intrappolati in una dimensione da cui è impossibile uscire e di provare sempre le stesse emozioni? La canzone non è dei NiN, bensì dei Joy Division, ma le parole di Ian Curtis riescono a sposare a pieno, in questo testo, la visione del mondo, i flashback beffardi, le preghiere blasfeme di Trent Reznor. Ed inoltre la versione dei NiN è stupenda; perché, dunque, escluderla?

MARCH OF THE PIGS

1994, da “The Downward Spiral
Siamo tutti ostaggio di una società conformista che ci tiene in riga e ci rende dipendenti ed assuefatti alle sue belle droghe: l’impiego fisso, il mutuo, un trasversale bisogno d’amore e sicurezza. Ma non sarebbe più salutare se potessimo scuoiare, finalmente, quei perfidi maiali che ci condizionano e controllano? Sarebbe liberatorio, ma purtroppo è impossibile, per una sola persona, riuscirci; quindi, anche stasera, hanno vinto loro e possono andare a dormire tranquillamente.

BURN

1994, da “Natural Born Killers Soundtrack
Se non sei parte di nessuna corporazione, di nessuna organizzazione, di nessuna lobby, sarà difficile trovare una buona sistemazione su questa Terra. Il mondo, infatti, tenderà sempre a rifiutarti e respingerti. Sei nel gregge, amico, ed è difficile tirarti su da solo, anzi è praticamente impossibile.

ONLY

2005, da “With Teeth”
Interiorizziamo tutto quello che succede, tutto quello che percepiamo attorno a noi, che ascoltiamo o vediamo, che tocchiamo o proviamo, comprese le stesse persone che entrano ed escono, continuamente, dalle nostre vite. In realtà noi non siamo in grado di conoscere nulla. Le nostre sono solo percezioni. È tutto sfumato, tutto precario ed aleatorio, è questa l’instabilità e l’insicurezza su cui costruiamo il nostro minuscolo mondo.

THE HAND THAT FEEDS

2005, da “With Teeth”
Ci stacchiamo così tanto dalla realtà, da prender per buona ogni cosa che i nostri governanti ci propinano. Il nostro spirito critico è divenuto uno zombi, ormai. Una nuova guerra per il petrolio? Una nuova crociata? Perché no? La risposta, infatti, non può che essere che un sì entusiasta e convinto; perché dovremmo mordere la mano del padrone? Perché dovremmo azzannare quella mano che crediamo ci sfami e ci tenga al sicuro?

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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